Agopuntura cinese
I trattamenti medici “cinesi”
Le terapie classiche della medicina cinese sono: Agopuntura ed altri metodi antichi e moderni di stimolazione degli agopunti, Farmacologia cinese, Dietetica, Massaggio e Fisiochinesiterapia, Ginnastiche mediche.
Agopuntura cinese
Si tratta dei metodi di stimolazione degli agopunti mediante tecniche antiche (agopuntura, moxibustione, coppettazione, percussione con martelletto) e moderne (elettropuntura, magnetopuntura, chimiopuntura, laserpuntura).
Introduzione all’agopuntura e agopuntura generale
È il metodo classico di stimolazione degli agopunti che si fonda sulla teoria che il corpo è percorso da una rete di canali che collegano organi, visceri e tessuti lungo i quali sono situati gli agopunti la cui stimolazione produce effetti locali e a distanza ….
L’agopuntura si effettua attraverso l’infissione e manipolazione di un certo numero di sottili aghi (generalmente 10-12) negli agopunti selezionati in base alla diagnosi.
II l paziente viene sottoposto
ad un ciclo di sedute più o meno lungo. In media un ciclo comprende
8-10 sedute (di meno nei casi leggeri ed acuti). Nel caso di un ciclo
di 10 sedute, le prime sei sedute vengono effettuate in genere due
volte a settimana (per tre settimane), le quattro successive una volta
a settimana (per quattro settimane); l’intero ciclo dura circa un mese
e mezzo.
Alla fine del ciclo di sedute si fa un bilancio dei risultati ottenuti per decidere se la terapia è sufficiente o se occorrono delle sedute di richiamo.
Quanto affermato vale ovviamente per le malattie croniche perché quelle acute possono guarire anche con una o due sedute.
L’agopuntura sfrutta la rete dei canali di agopuntura – Jing Luo in cinese – che è stata descritta la prima volta nei III secolo a.C. e consiste in una serie di percorsi che collegano i 12 organi e visceri principali tra loro e con l’esterno del corpo unendo il davanti ed il dietro, l’alto ed il basso, la destra e la sinistra, i quattro arti ed il tronco.
La rete dei canali si sovrappone in parte alla rete dei vasi venosi, arteriosi e linfatici ed a quella dei nervi descritte dalla medicina occidentale e possiede un percorso interno inaccessibile ed uno esterno lungo il quale sono situati i punti di agopuntura.
I punti di agopuntura dei canali – che sono 365 come i giorni dell’anno – possono influenzare le condizioni della rete dei canali e tramite essi agire sugli organi, visceri e tessuti correlati: i punti funzionano come interruttori o deviatori di corrente di una sorta di impianto elettrico biologico del corpo. Attraverso i punti si ‘accendono’ o ‘spengono’ o ‘influenzano’ le interferenze della rete energetica dei canali.
Agopuntura e tecniche accessorie antiche e moderne di stimolazione degli agopunti
(testo di una lezione effettuata dal dott. Sotte presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Ancona nel 1991)
Tecniche antiche di stimolazione degli agopunti: agopuntura, moxibustione, coppettazione
La stimolazione degli agopunti può essere effettuata con varie metodiche, alcune sono in uso fin dall’antichità: agopuntura, moxibustione, coppettazione, massaggio, altre sono di recente acquisizione e sono correlate all’applicazione ai punti di agopuntura dell’elettricità, del magnetismo, della radiazione laser e di sostanze chimiche: elettropuntura, magnetopuntura, laserpuntura, chimiopuntura.
Agopuntura
L’agopuntura, come abbiamo già detto, è una tecnica molto importante nell’ambito della medicina cinese ed è, senza dubbio, la più diffusa oggi e la più usata anticamente.
Il suo scopo è quello di ripristinare la corretta circolazione dell’energia all’interno dellorganismo, attraverso l’infissione di aghi sottilissimi negli agopunti scelti in base alla diagnosi ottenuta secondo i criteri esposti precedentemente.
Nei tempi antichi, l’agopuntura era effettuata tramite strumenti assai arcaici di pietra (bian), di osso o di bambù. L’uso degli aghi di metallo iniziò, come sappiamo, con l’età del bronzo e si sviluppò con la scoperta del ferro. Nel V-IV secolo a.C. i progressi della metallurgia resero possibile la fabbricazione di raffinati aghi di acciaio di cui si fissarono 9 forme standard: i cosiddetti “9 aghi” (jiu zhen) descritti nel Classico di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo che rappresentano una pietra miliare nella storia dell’agopuntura.
Questi 9 aghi comprendono dei veri e propri aghi di agopuntura, ma anche altri modelli di strumenti, adatti ad incidere (bisturi), a drenare raccolte purulente (specilli) o ad effettuare delle manovre di micromassaggio.
Le metodiche di agopuntura si applicano attraverso le seguenti procedure: l’infissione di aghi filiformi (hao zhen) che costituisce la vera e propria agopuntura, la perforazione di piccoli vasi che si trovano a livello del sottocute e della pelle, praticata con l’ago a tre fili o triangolare (san leng zhen) per ottenere un microsalasso nel punto di agopuntura, la puntura intradermica effettuata con gli aghi a dimora (pi nei zhen) che si usano per prolungare l’effetto della stimolazione,il picchiettamento della zona malata, soprattutto nel caso di affezioni cutanee, operata con l’ago cutaneo (pi fu zhen).
Ago filiforme
L’ago filiforme è il tipo di ago usato comunemente in agopuntura. Attualmente viene fabbricato in acciaio perché risulta così, indeformabile, flessibile, facilmente sterilizzabile e meno costoso rispetto agli aghi di argento o d’oro usati fino a qualche anno fa.
Figura 78
L’ago filiforme: modelli di varie dimensioni e foggia
È pratica ormai comune, usare aghi sterili monouso che presentano numerosi vantaggi rispetto agli aghi che vanno ripetutamente sterilizzati.
Non da ultimo va detto che, con l’ago a perdere, il paziente è garantito da eventuali inconvenienti causati, ad esempio, da una non accurata sterilizzazione ed inoltre, aghi sempre nuovi permettono un’infissione dell’ago stesso quasiindolore.
L’ago è costituito da 5 parti:
– il manico che è la parte impugnata dal medico;
– la coda che è la parte terminale del manico;
– la radice che separa il manico dalla lama;
– il corpo che è la parte liscia e rotonda da infiggere nella pelle;
– la punta, che è la parte iniziale del corpo, permette la puntura della pelle stessa grazie alla sua forma ad ago di pino.
Gli aghi possono avere diametri e lunghezze diversi: a seconda delle zone da trattare, o in proporzione alla taglia del paziente, vanno scelti aghi che vanno da un diametro di 0.19 mm a 0.46 mm e una lunghezza da 12 mm a 200 mm.
L’estrema affilatura e la forma particolare della punta dell’ago hanno lo scopo di ridurre al minimo il dolore, nel momento dell’infissione nella pelle e, contemporaneamente, permettono di stimolare l’agopunto in modo che arrivi l’energia.
Sarà il paziente ad avvertire il medico delle sensazioni prodotte dall’ago inserito sotto la pelle. Avvertirà infatti un senso di contrazione, di intorpidimento, qualche volta la sensazione di una scarica elettrica che segue il percorso del meridiano stimolato. Potrebbe inoltre provare un senso di irritazione o dolore associati a caldo o freddo.
Lo stesso medico, peraltro, mentre manipola l’ago, riesce a capire quando il qi arriva perché è la stessa impressione che si prova quando “un pesce abbocca all’amo”, come dicono gli antichi testi medici cinesi.
L’ago, una volta infisso, va manipolato ed estratto seguendo varie tecniche secondo il giudizio del medico che deciderà se la manipolazione deve avere lo scopo di disperdere o tonificare a seconda che la malattia abbia come causa un eccesso od un deficit di energia. Esiste poi la manipolazione neutra che associa sia la tecnica di dispersione che quella di tonificazione e si pratica infiggendo l’ago, ruotandolo e sollevandolo ripetutamente fino ad estrarlo senza eccessiva forza.
Ago a tre fili o triangolare
L’ago a tre fili o triangolare è caratterizzato dal fatto di possedere una punta tagliente e viene utilizzato per ottenere un piccolo sanguinamento (microsalasso) del punto di agopuntura al quale viene applicato. La tecnica del microsalasso è particolarmente indicata in due situazioni: quelle caratterizzate da “calore nel sangue”, come si riscontra in alcune forme di acne, e quelle da “stasi del sangue”, come accade nella malattia reumatica, soprattutto nei casi cronici.
Ago intradermico o a dimora
Per praticare la tecnica dell’agopuntura intradermica, che ha lo scopo di prolungare l’azione dell’ago stesso, possono essere usati due tipi di aghi:
– l’ago a chicco di grano;
– l’ago a puntina da disegno.
Il primo viene consigliato soprattutto per curare malattie croniche che hanno avuto un decorso prolungato e stentano a scomparire e per attenuare dolori persistenti e continui come quelli dovuti a cefalee, dorsalgie, lombalgie. L’ago, in genere, è lungo circa 1 cm e termina con una testa simile ad un chicco di grano. Viene inserito sottopelle e tenuto fermo a dimora con l’ausilio di un cerotto. Va tolto definitivamente o cambiato dopo qualche giorno o a discrezione del medico.
Il secondo, ago a puntina da disegno, particolarmente usato per l’agopuntura auricolare, ha le stesse indicazioni del precedente. Viene infisso nell’orecchio, nel punto scelto dal medico e la sua testa viene fermata alla pelle per mezzo di un cerotto.
Ago cutaneo o martelletto
La tecnica del picchiettamento sulla pelle viene praticata per mezzo di tre diversi strumenti:
– l’ago a fiore di pruno, formato da un disco con cinque piccoli aghi, impugnato per mezzo di un manico piuttosto lungo;
– l’ago a sette stelle, formato appunto da 7 corti aghi, inseriti in un disco che viene ripetutamente battuto sulla pelle, una volta impugnato per il manico;
– il rullo ad aghi, che consiste in un rullo mobile attaccato ad un manico per mezzo del quale viene fatto scorrere avanti ed indietro sulla zona cutanea da trattare.
Questa tecnica è particolarmente usata per i bambini, perché può essere praticata imprimendo allo strumento prescelto anche una pressione molto leggera. Serve a trattare molte patologie, ma quelle più rispondenti sono le cefalee, le vertigini, le miopie infantili e molte malattie dermatologiche.
Indicazioni dell’agopuntura
Queste varie tecniche, usate a discrezione del medico e dopo aver formulato una precisa diagnosi, possono curare numerose malattie che sono state da anni inserite in un elenco ufficiale definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità O.M.S.. Vediamo quali sono le patologie in cui l’agopuntura agisce più efficacemente:
– le malattie reumatiche: artrosi, artrite, lombalgia, cervicalgia, rachialgia;
– le malattie cardiocircolatorie: tachicardia funzionale, extrasistolia, ipertensione, varici;
– le malattie ostetrico-ginecologiche: vomito gravidico, malposizioni fetali, dismenorrea, menometrorragia, leucorrea, vaginite;
– le malattie urologiche: impotenza, eiaculazione precoce, spermatorrea, prostatite, cistite;
– le malattie gastrointestinali: gastrite, ulcera gastroduodenale, diabete, stomatite,colite, stipsi;
– le malattie dermatologiche: herpes, verruche, exzema, psoriasi, orticaria, acne;
– le malattie otoiatriche ed oculistiche: vertigini, acufeni, otite, sindrome di Menière, congiuntivite ed inoltre le sindromi dolorose come cefalee, nevralgie, distorsioni, torcicolli, contratture muscolari. L’agopuntura è inoltre particolarmente efficace nelle sindromi ansiose-depressive e nell’insonnia.
Esistono delle interessanti applicazioni dell’agopuntura e delle altre metodiche di medicina cinese nel trattamento dell’alcolismo e del tabagimo e nella disassuefazione dall’uso di stupefacenti. In questi casi vengono sfruttati dei punti specifici associati ad una terapia generale di riequilibrio.
Va ricordato che l’agopuntura è una vera e propria pratica medica e come tale, se mal praticata, può avere effetti collaterali, dalle semplici ecchimosi fino a lesioni più rilevanti ai vasi o alle strutture venose, può causare infezioni e flebiti e produrre perforazioni pleuriche o peritoneali.
Agopuntura dell’addome o addominopuntura
Metodo di agopuntura che sfrutta la corrispondenza di punti e zone dell’addome con gli arti superiori ed inferiori, la colonna, gli organi e visceri e le loro relative malattie
L’addominopuntura o agopuntura addominale è una metodica dei microsistemi di recente acquisizione: dunque non appartiene al patrimonio millenario della medicina cinese ma alla ricerca del XX secolo.
Si fonda sulla teoria che a livello della parete addominale anteriore sia possibile ricostruire un “homunculus” con corrispondenze assai dettagliate riguardanti l’estremità cefalica, tutta la colonna vertebrale nei suoi tratti cervicale, dorsale, lombare, sacrale e coccigeo, il cingolo scapolare e l’arto superiore, il cingolo pelvico e l’arto inferiore. Anche i vari organi e visceri presentano delle corrispondenze con alcuni punti della parete addominale.
La mappa che ricostruisce le varie sezioni del corpo a livello addominale viene definita della “tartaruga” perché le fattezze dell’homunculus sono particolarmente storpiate, a tal punto da farlo assomigliare appunto ad una tartaruga.
I punti dell’addominopuntura sono divisi in due gruppi:
- punti del canali straordinari e principali: si tratta in particolare dei punti del canale sagittale mediano anteriore ren mai, dei canali di rene, di stomaco e di milza-pancreas.
- punti specifici di addominopuntura che non hanno corrispondenze con i punti classici di agopuntura.
L’addominopuntura sfrutta sia le teorie classiche della medicina tradizionale cinese che il sistema di corrispondenze appena descritto per impostare la diagnosi e la conseguente terapia.
Gli aghi debbono essere infissi a profondità varia (superficiale, media, profonda) nei vari punti a seconda della zona che si desidera trattare e del risultato che si vuole ottenere attraverso la stimolazione del singolo punto.
Due grandi pregi dell’addominopuntura consistono nel fatto che l’infissione degli aghi è assolutamente indolore ed che la tecnica di terapia è “ripetibile” e dunque molto utilizzabile per studi statistici e ricerche cliniche.
L’addominopuntura è particolarmente utilizzata per il trattamento di alcune patologie: dolori articolari e muscolari del collo, della spalla, epicondilite, dolori lombari e del ginocchio e caviglia, sciatiche e radicoliti, vertigini e nevralgie facciali, esiti di ictus cerebrale con paresi o paralisi, patologie allergiche e rinite allergica etc.
Agopuntura dei microsistemi
Metodo di agopuntura che sfrutta la corrispondenza di punti situati in piccole zone del corpo (orecchio, mano, piede, volto, cranio, addome, polso e caviglia) con l’intero organismo a scopo di diagnosi e cura
L’agopuntura dei microsistemi si fonda sull’osservazione che alcune parti del corpo posseggono dei punti che presentano una corrispondenza con altre strutture del corpo e, in alcuni casi (come accade nell’orecchio), con l’intero organismo. Ciò significa che tutto il corpo (o quella parte di esso e delle sue strutture e funzioni che è rappresentata) può essere disegnato in miniatura in ognuno dei microsistemi indicati.
Le corrispondenze vengono sfruttate a scopo diagnostico, preventivo e terapeutico: a scopo diagnostico perché l’alterazione di un punto del microsistema (neoformazione cutanea, arrossamento, gonfiore, dolore etc) suggerisce una malattia della struttura del corpo ad esso corrispondente, a scopo preventivo e terapeutico perché sfruttando il sistema delle corrispondenze si può stimolare ogni singolo punto di ogni microsistema per ottenere effetti a distanza sulle strutture e funzioni di riferimento.
Agpuntura del polso e della caviglia
Metodo di agopuntura che sfrutta la corrispondenza di sei punti posti a livello del polso e della caviglia con sei zone corrispondenti del corpo e le loro relative malattie
L’agopuntura del polso e della caviglia è un metodo moderno di stimolazione di 12 agopunti che sono localizzati in corrispondenza del polso e della caviglia. Ognuno di questi agopunti è in relazione con una regione del corpo che è influenzata dalla sua stimolazione.
Dopo un’adeguata disinfezione della pelle, la stimolazione dei punti di agopuntura del polso e della caviglia deve essere effettuata con aghi che vengono inseriti nel tessuto sottocutaneo con un metodo assolutamente indolore.
Gli aghi, una volta infissi, possono essere fissati con un cerotto per esercitare il loro effetto per un tempo variabile da mezz’ora ad uno o due giorni.
Questa metodica di terapia è molto utile in caso di patologie reumatiche, articolari, nevralgie, cefalee, ma è indicata anche in caso di malattie interne come, ad esempio, asma, colite e cistite.
Agopuntura dell’orecchio o auricoloterapia o auricolopuntura
Metodo di agopuntura che sfrutta la corrispondenza di punti e zone dell’orecchio con gli organi, visceri e tessuti delle varie parti del corpo e le loro relative malattie
L’agopuntura dei punti dell’orecchio si fonda su antiche conoscenze della medicina tradizionale cinese riviste alla luce della più moderna ricerca scientifica e degli studi effettuati in Francia nello scorso secolo dal medico Paul Nogier.
Le mappe degli agopunti dividono l’orecchio in diversi settori (elice, antelice, conca, lobo, fossa triangolare etc) ad ognuno dei quali è collegata una zona del corpo. In questa maniera l’intero individuo si proietta sull’orecchio ed è possibile ricostruire un “homunculus” cui corrispondono tutte le parti del corpo.
Esistono punti di agopuntura auricolari che corrispondono agli arti ed ai loro vari segmenti (dita, mano, polso, gomito, spalla, ginocchio, piede etc.), alla regione vertebrale ed a quella cefalica, agli organi e visceri interni (cuore, fegato, polmone, rene, stomaco etc.). Anche gli organi di senso si proiettano sull’orecchio secondo una specifica topografia.
Alcuni punti dell’orecchio agiscono sul sistema endocrino (punto endocrino) ed altri sullo stato mentale del paziente (ad esempio il punto shenmen – porta dello spirito che ha azione sedativa).
I punti dell’orecchio possono essere stimolati con i metodi più diversi:
- dalla puntura dell’ago che può essere estratto dopo 15-30 minuti o lasciato in situ per qualche giorno (esistono confezioni sterili di piccoli cerotti preparate a questo scopo);
- dall’applicazione di piccolissimi magneti delle dimensioni di una testa di spillo;
- dall’applicazione dei semi di Wang Bu Liu Xin: si tratta dei semi di una pianta che va sotto il nome di Vaccaria (che in medicina cinese sono annoverati tra i farmaci che moblizzano il sangue). I semi, che sono piccolissimi, sono adatti alla stimolazione degli agopunti dell’orecchio sia per la loro minuscola dimensione che per le irregolarità della loro superficie che sono in grado di stimolare correttamente la cute dell’orecchio. Anche il loro effetto farmacologico di “muovere il sangue” è sfruttato nello stimolare la pelle cui vengono applicati tramite un piccolissimo cerotto;
- dalla stimolazione manuale effettuata tramite la pressione esercitata con strumenti appositi.
Come nel caso di altri microsistemi e della agopuntura generale somatica, le mappe dell’orecchio possono essere sfruttate non sono a scopo di terapia ma anche per la diagnosi: infatti il riscontro di un’alterazione della pelle di un certo punto può suggerire una malattia del sistema ad esso corrispondente.
Moxibustione
Metodo di terapia che si fonda sul riscaldamento dei punti e delle zone di agopuntura ottenuto con strumenti moderni (elettromoxatori) o mediante il calore derivante dalla combustione di erbe medicinali
In Cina quando si parla di agopuntura si usa la parola “zhen jiu” che significano agopuntura e moxibustione: ciò significa che questo metodo di terapia è fin dall’antichità associato costantemente all’agopuntura. In realtà il termine moxa non è di orgine cinese ma giapponese ed è nato ispirandosi alla parola giapponese “moekusa” che significa “erba che brucia”.
È questo il nome dato ad una tecnica di riscaldamento della zona prescelta, in genere in corrispondenza di un punto di agopuntura, per mezzo di “coni di moxa”, “sigari di moxa”, oppure attraverso gli stessi aghi, una volta infissi nella pelle.
I sigari ed i coni di moxa sono preparati con le foglie dell’Artemisia vulgaris che vengono raccolte prima dell’estate e lasciate essiccare al sole. L’artemisia cresce spontaneamente ai bordi di molte strade anche in Italia ed è una pianta che appartiene alla stessa famiglia cui appartiene l’assenzio che è utilizzato anche nell’erboristeria occidentale. Le foglie di artemisia, una volta essiccate, vengono ripulite della parte lanosa, private del gambo, frantumate e compresse per dar loro la forma appunto di sigari o di coni di diversa grandezza.
L’Artemisia vulgaris può essere associata ad altre sostanze medicinali come la radice di canfora o lo zenzero officinale, ma resta sempre la sostanza principale per le sue particolari caratteristiche adatte a produrre un giusto calore ed un profumo gradevole.
La moxibustione è una tecnica che ha lontane origini, ovviamente legate alla scoperta del fuoco ed è descritta già diffusamente nei testi classici di medicina.
Si ha notizie dell’uso dell’Artemisia vulgaris già in epoca Zhou (prima della nascita di Cristo) e nel testo Shang Han Za Bing Lun, scritto in epoca Han (nel II secolo d.C.), si davano indicazioni precise circa il suo uso, specificando le malattie per le quali era efficace e quelle per le quali era proibita.
In generale, la moxibustione, si usa con lo scopo di stimolare con il calore i punti ed i meridiani permettendo così la dispersione del freddo, dell’umidità al’interno dell’organismo.
Il calore è in grado, inoltre, di tonificare il qi (la bioenergia del corpo) e quindi operare un’azione tonificante, utile soprattutto per la prevenzione delle malattie epidemiche come le sindromi influenzali.
Avendo la funzione di trasmettere il calore, ne è sconsigliato l’uso vicino a zone delicate come i grossi vasi e le mucose degli organi sensoriali. Va inoltre evitata quando, nel paziente, si scorgono i segni di malattie causate da calore, sintomi di intossicazione o in caso di iperpiressia.
Ovviamente, sui neonati va praticata con estrema cautela in modo da evitare ustioni alla loro pelle delicata.
Moxibustione
(testo di una lezione tenuta dal dott. Sotte presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Ancona nel 1991)
Il termine moxibustione è nato ispirandosi alla parola giapponese “moekusa” che significa “erba che brucia”. È questo il nome dato ad una tecnica di riscaldamento della zona prescelta, in genere in corrispondenza di un punto di agopuntura, per mezzo di coni di moxa, sigari di moxa, oppure attraverso gli stessi aghi, una volta infissi nella pelle.
I sigari ed i coni di moxa sono preparati con le foglie dell’Artemisia vulgaris che vengono raccolte prima dell’estate e lasciate essiccare al sole. Vengono ripulite della parte lanosa, private del gambo, frantumate e compresse per dar loro la forma appunto di sigari o di coni di diversa grandezza. L’Artemisia vulgaris può essere associata ad altre sostanze medicinali come la radice di canfora o lo zenzero officinale, ma resta sempre la sostanza principale per le sue particolari caratteristiche adatte a produrre un giusto calore ed un profumo gradevole.
La moxibustione è una tecnica che ha lontane origini, ovviamente legate alla scoperta del fuoco ed è descritta già diffusamente nei testi classici di medicina.
Le metodiche più antiche, più che un riscaldamento, contemplavano una vera e propria cauterizzazione di alcune zone, mettendo a contatto della pelle del materiale incandescente. Si ha notizie dell’uso dell’Artemisia vulgaris già in epoca Zhou e nel testo Shang Han Za Bing Lun, scritto in epoca Han, si davano indicazioni precise circa l’uso della cauterizzazione diretta, specificando le malattie per le quali era efficace e quelle per le quali era proibita.
In generale, la moxibustione, si usa con lo scopo di raggiungerecon il calore, i meridiani permettendo così la dispersione del freddo, dell’umidità e del vento all’interno dell’organismo.
Il calore è in grado, inoltre, di armonizzare l’energia e quindi operare un’azione tonificante, utile soprattutto per la prevenzione delle malattie epidemiche come le sindromi influenzali.
Avendo la funzione di trasmettere il calore, ne è sconsigliato l’uso vicino a zone delicate come i grossi vasi e le mucose degli organi sensoriali. Va inoltre evitata quando, nel paziente, si scorgono i segni di malattie causate da calore, sintomi di intossicazione o in caso di iperpiressia.
Ovviamente, sui neonati va praticata con estrema cautela in modo da evitare ustioni alla loro pelle delicata.
LA MOXIBUSTIONE CON SIGARO DI MOXA
Questa metodologia, particolarmente indicata nei bambini che la tollerano facilmente, si esegue riscaldando con un sigaro di moxa acceso il punto prescelto dal medico (in genere corrispondente ad un agopunto).
Tenendosi alla giusta distanza ed avvicinando ed allontanando il sigaro dalla zona da trattare, si riuscirà a provocare una sensazione di calore che il paziente avvertirà spesso con piacere, senza giungere alla bruciatura, ma procurando sulla pelle un alone arrossato.
L’intera manovra può durare diversi minuti o, comunque, fino ad ottenere un notevole riscaldamento dell’area prescelta. A questo punto, in genere, si passerà a trattare un altro agopunto, su indicazione del medico.
Gli stiks di moxa, così usati, hanno un effetto fisiologico perché forniscono un calore delicato che promuove la circolazione dell’energia e del sangue nella zona trattata.
LA MOXIBUSTIONE CON AGO RISCALDATO
Questa tecnica è usata soprattutto per curare quelle patologie tipo dolori articolari, lombalgie causate da freddo ed umidità che richiedono contemporaneamente sia il trattamento con agopuntura che la moxibustione. Mentre l’ago aiuta a disperdere il dolore, il calore serve a rilassare i muscoli e, quindi, sciogliere l’eventuale contrattura promuovendo la circolazione dell’energia.
Questa tecnica si esegue applicando al manico dell’ago, una volta infisso sulla pelle, un tronchetto di moxa che viene poi acceso, in modo da riscaldare la zona sottostante che verrà protetta da eventuali pezzetti di cenere provenienti dalla moxa, con un dischetto di carta appoggiata intorno all’ago.
Spesso, però, il medico ritiene di riscaldare manualmente l’area da trattare e allora userà direttamente il sigaro di moxa sulla zona dell’agopunto.
LA MOXIBUSTIONE CON CONI DI MOXA
Il cono di moxa potrebbe anche essere applicato direttamente sulla pelle come si usava fare un tempo per ottenere la cauterizzazione, ma, in genere, viene applicato su una sostanza interposta (zenzero, sale, polvere di aconito o argilla) che evita il diretto contatto con la cute e, allo stesso tempo, permette un notevole riscaldamento della zona.
Quando il medico sceglie di riscaldare un’area piuttosto ampia del corpo, allora può usare più coni di moxa accesi e posti in una scatola di legno, preparata per questo uso, con una griglia nella parte inferiore e quattro piedini per appoggiarla sopra al paziente stesso. Se si vuole ottenere un maggiore riscaldamento, la scatola va chiusa con un apposito coperchio.
Va tenuta sulla zona da trattare fino a completo esaurimento dei coni di moxa oppure spostata su altre aree a discrezione del medico e secondo una precisa diagnosi.
Si possono usare anche delle scatole metalliche in cui far bruciare la “moxa senza fumo”.
Coppettazione o applicazione di coppette
Metodo di terapia che si fonda sull’applicazione ai punti ed alle zone di agopuntura di coppette a pressione negativa utilizzando differenti metodi
La coppettazione si avvale dell’uso di coppette confezionate con vario materiale (attualmente soprattutto plastica e vetro, un tempo bambù, ceramica, porcellana, corno di animali). Al giorno d’oggi si utilizzano soprattutto coppette di vetro e di plastica che, essendo trasparenti, permettono di osservare l’effetto della loro applicazione alla pelle del paziente.
Le coppette si applicano alla pelle determinando al loro interno una decompressione che permette di farle aderire e mantenere adese per il tempo necessario al loro effetto (1-20 minuti).
Dal momento che le coppette si applicano attraverso un metodo di decompressione esse determinano una sorta di “risucchio” della pelle e dei liquidi e del sangue dei tessuti sottocutanei nella zona di applicazione. Tale congestione in genere scompare una volta che sono state tolte anche se, soprattutto nei casi in cui vengono applicate con una decompressione elevata e per un periodo lungo, in alcuni pazienti possono provocare una congestione ematica che determina una ecchimosi superficiale che si manifesta come una macchia prima violacea, poi marrone ed infine giallastra che scompare nel giro di pochi giorni.
La coppettazione si praticava un tempo anche nella medicina popolare delle nostre regioni. Nella medicina cinese si utilizza per stimolare i punti di agopuntura soprattutto in casi in cui un eccesso di umidità ed un suo ristagno all’interno del corpo determini la comparsa di malattie dei muscoli e delle articolazioni come le forme reumatiche. La coppettazione viene utilizzata anche in caso di ristagno di qì e di sangue per effettuare un suo drenaggio superficiale. Esistono delle tecniche di stimolazione attraverso la coppettazione che determinano un potente effetto ansiolitico consigliato per trattare sindromi ansioso-depressive e varie forme di insonnia. Il metodo della coppetta, combinato con il sanguinamento della cute, è adatto al trattamento delle distorsioni acute con stasi di sangue.
In relazione alla modalità d applicazione le coppette vengono divise in due categorie principali: coppette a fuoco e coppette ad aria aspirata.
Coppette a fuoco
La fiamma, introdotta attraverso l’apertura della coppetta, bruciando ossigeno elimina una parte dell’aria e determina l’aspirazione della cute. Questo effetto si può ottenere in vari modi:
1) mediante un batuffolo di cotone imbevuto di alcool, acceso e immesso rapidamente dentro la coppetta che, a sua volta, si colloca sulla cute nel punto desiderato;
2) reggendo con una pinza un batuffolo di cotone imbevuto di alcool, questo viene acceso, inserito nella coppetta per breve tempo e, dopo averlo tolto, si appoggia con rapidità la coppetta nella zona desiderata;
Coppette ad aria aspirata
Vengono utilizzate coppette dotate sulla sommità di un tappo di gomma attraverso il quale si aspira con una siringa l’aria interna. Esistono attualmente coppette di materiale plastico leggero fatte a campana dotate di una valvola che permette una precisa regolazione del vuoto interno.
Martelletto e percussione con il martelletto
Metodo di terapia che si fonda sulla stimolazione dei punti e delle zone di agopuntura ottenuta mediante la percussione di martelletti confezionati con differenti materiali, forme, scopi.
La percussione con il martelletto si fonda sull’utilizzo di martelletti costruiti appositamente per questo scopo e divisi in due grosse categorie: quelli provvisti e quelli privi di aghi. I primi presentano sulla zona che deve percuotere la pelle del paziente un numero variabile di piccoli aghi (generalmente 5 o 7) che invece non sono presenti nei secondi.
I martelletti provvisti di aghi sono confezionati in metallo (e debbono essere sterilizzati dopo l’uso) o in plastica (martelletti a perdere che si gettano dopo l’uso) e vengono utilizzati soprattutto per il trattamento di malattie della pelle che risentono positivamente del trauma ripetuto esercitato dai piccoli aghi di cui sono provvisti. La percussione col martelletto determina un modestissimo sanguinamento utile per drenare all’esterno sostanze tossiche che tendono ad immagazzinarsi negli strati cutanei superficiali come accade in molte patologie cutanee.
I martelletti privi di aghi sono confezionati con materiali vari (plastica, gomma, legno, metallo, porcellana) ed il loro scopo è quello di stimolare il punto di agopuntura attraverso la percussione esercitata loro tramite. La tecnica della percussione col martelletto prevede l’utilizzo di una stimolazione sequenziale di numerosi punti degli arti e del tronco ed è indicata in numerose patologie del sistema locomotore e del sistema nervoso centrale e periferico.
Elettroagopuntura
Metodo di terapia che si fonda sulla stimolazione dei punti e delle zone di agopuntura mediante impulsi elettrici erogati da appositi apparecchi detti elettrostimolatori
Gli elettrostimolatori di agopuntura erogano delle piccole correnti elettriche che, con il tramite di sottili cavetti e di minuscoli morsetti, vengono applicate all’ago inserito nel punto di agopuntura.
Generalmente la stimolazione elettrica arriva sotto forma di treni d’onda che sono particolarmente studiati per ottenere effetto tonificante o disperdente sul punto di agopuntura.
Gli elettrostimolatori sono muniti di sistemi che permettono di regolare la frequenza e l’ampiezza dell’onda elettrica da essi prodotta potendo in questa maniera mimare l’effetto tonificante o disperdente ottenuto dalla manipolazione dell’ago.
Magnetoagopuntura
Metodo di terapia che si fonda sulla stimolazione dei punti e delle zone di agopuntura mediante campi di forza ottenuti con l’applicazione di magneti o mediante apparecchi erogatori di campi magnetici
Dei piccoli magneti possono essere applicati all’ago di agopuntura quando questo è stato infisso o direttamente alla pelle facendoli aderire con un cerotto.
In questa maniera la forza magnetica da essi esercitata si trasmette al punto di agopuntura stimolandolo.
Questa tecnica di terapia può essere utilizzata in tutto il corpo, ma è praticata soprattutto a livello dell’orecchio perché i magneti in questa zona sono molto adatti alla stimolazione del punto che è assai superficiale vista la sottigliezza del padiglione auricolare.
Esistono dei magneti preconfezionati particolarmente adatti a questo scopo.
Esistono anche delle coppette fornite di magneti che sono utilizzate per sincronizzare il trattamento della coppettazione con quello della stimolazione magnetica: possono essere applicate ai punti di agopuntura ai quali rimangono adese a causa della depressione creata con lo stantuffo in gomma che le sovrasta.
Chimioagopuntura
Metodo di terapia che si fonda sulla stimolazione dei punti e delle zone di agopuntura mediante l’iniezione locale di piccole quantità di sostanze chimiche o di farmaci.
Qualsiasi sostanza chimica iniettata nel punto di agopuntura determina una modificazione locale che, come quella ottenuta dall’infissione di un ago, esercita effetti nella zona di iniezione ed a distanza.
Si possono a questo scopo utilizzare la soluzione fisiologica o la soluzione glucosata al 5% che hanno una concentrazione simile a quella dei fluidi del corpo o sostanze chimiche che esercitano effetto farmacologico come analgesici, antinfiammatori, antistaminici. In questo secondo caso l’effetto del farmaco si associa all’effetto della stimolazione del punto.
Laseragopuntura
Metodo di terapia che si fonda sulla stimolazione dei punti e delle zone di agopuntura mediante raggi laser ottenuti da appositi apparecchi detti laserstimolatori per agopuntura
La laseragopuntura si fonda sull’utilizzazione del raggio laser per la stimolazione degli agopunti.
La stimolazione ottenuta con un raggio laser possiede delle caratteristiche che, da alcuni punti di vista, la fanno assomigliare a quella ottenuta da un ago. Infatti il raggio laser penetra come un ago in un punto preciso della pelle e si dirige, come un ago, in profondità. L’ago di agopuntura va manipolato in tonificazione o dispersione modificando la velocità di infissione ed estrazione e quella di rotazione, oltreché la direzione di rotazione che può essere oraria o antioraria. Anche del raggio laser si possono modificare ampiezza e frequenza mimando in questa maniera l’effetto dell’ago.
Il laser è utilizzato soprattutto nel caso di pazienti agofobici.
Indicazioni all’agopuntura secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità
Nel dicembre del 1979 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità ) ha stilato un elenco di malattie per le quali è indicata l’agopuntura
malattie neurologiche e muscolo-scheletriche
- artrite ed artrosi localizzate o diffuse: lombalgia, ischialgia, cervicalgia, sindrome cervicobrachiale, gomito del tennista, spalla congelata
- cefalea, emicrania, nevralgia del trigemino
- paralisi del facciale
- neuropatie periferiche, nevralgia intercostale
- sequele di poliomielite
- sindrome di Ménière
- disfunzione vescicale neurogena, enuresi
malattie gastro-intestinali
- gastrite acuta e cronica, ulcera duodenale acuta e cronica
- colite acuta e cronica
- alterazioni dell’alvo con stipsi e diarrea
- ileo paralitico
- dissenteria acuta bacillare
- disturbi dispeptici ed affezioni gastriche varie: singhiozzo, spasmi esofagei e cardiali, gastroptosi, iperacidità gastrica
malattie oculari
- congiuntivite acuta, retinite centrale
- miopia e cataratta
malattie dell’apparato respiratorio
- raffreddore comune e rinite allergica
- sinusite acuta e cronica
- tonsillite acuta
- bronchite acuta e cronica
- asma bronchiale
malattie del cavo orale
- odontalgia
- gengivite acuta e cronica