Page 72 - Olos e Logos n°11
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iscrizioni, con il numero degli allievi e quindi si sofferma più sulla richiesta comune (capacità tecnica ecc.) che a quella storica (aspetti tecnici e aspetti spirituali) demandando questi ultimi ad altri insegnanti di altre discipline spesso lontane da quelle giapponesi.
Molti insegnanti si rendono conto della delicatezza di questo passaggio e quindi, consapevoli del fatto che un’arte marziale è composta da tutti i parametri di cui ho parlato prima, si auto definiscono maestri solo sulla base del proprio percorso tecnico conseguito.
Esiste poi un’altra categoria pericolosissima: quella dei “finti maestri” di coloro che anche a fronte di una buona capacità tecnica si inventano maestri di discipline mirabolanti che non hanno nulla a che vedere con lo spirito del dojo.
In questi casi la trasmissione della tradizione viene sviata e travisata spesso a scapito degli allievi che intravedono in questi personaggi eroi mitologici che, alla riprova dei fatti, non sono. Ma questo accade in ogni campo, soprattutto quando si è lontani dal luogo in cui certe tradizioni sono nate e sono state tramandate con cura, dedizione e devozione. Dobbiamo sempre stare attenti a quel fascino dell’esotico attrae molti occidentali: il rispetto della tradizione, soprattutto nelle arti marziali è tutto. Se non altro perché, come mi hanno insegnato i maestri, molti sono morti per farla pervenire fino a noi e non hanno avuto quel grande privilegio che noi oggi possediamo: la libertà di scegliere invece dell’obbligo tacito di obbedire.
Concludo con un pensiero del grande maestro Miyamoto Musashi (1584 – 1645) che credo non solo racchiuda lo spirito e la tradizione dei samurai, ma sia l’eredità più bella che ognuno di noi possa avere da questi leggendari guerrieri.
“Non coltivare pensieri cattivi. Praticare con costanza la via. Interessarsi a tutte le arti. Conoscere tutte le professioni. Saper discernere i vantaggi e gli svantaggi in ogni cosa. Sviluppare l’intuito e la comprensione.
Intuire quello che non si vede. Essere attento anche alle inezie. Non compiere azioni inutili”.
Paolo G. Bianchi, counselor, esperto in processi formativi esperienziali, e discipline bionaturali (praticante di kenjutsu – katori shinto ryu e iaido – hoki ryu presso lo Zanshin Dojo di Milano).
www.formazionezero.blogspot.com
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DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA autunno 2014

