Page 78 - finale 10
P. 78
attualità, semplificano molto i processi distintivi di ogni azione, permettendo alla mente di essere liberata da tutto il superfluo.
Occorre ricordare che chi pensa che questi valori siano frutto di una pesniero esclusivo di stile elitario si sbaglia. Ce ne dà conferma il Maestro Nabeshima Naoshige (1538 - 1618) che nelsuotestoNaoshigeKougyoKabegakidiceai samurai:“Tuttidovrebberofareesperienzadella faticacosìcomelaconosconoleclassiinferiori”. Questo vuole essere un richiamo forte a non sentirsi un’élite per scelta divina (era l’imperatore o un suo funzionario a nominare i samurai e l’imperatore era considerato divino a tutti gli effetti), ma una classe al servizio (la parola samurai deriva dal verbo, saburau, che significa servire o tenersi a lato e letteralmente significa colui che serve). Quindi tutti siamo chiamati al rispetto di questi valori di base, proprio per quel grande senso di semplificazione che essi comportano e per quel processo di eliminazione dei pensieri inutili reso efficace dal continuo addestramento.
Takuon Soho (1573 - 1645) arrivava ad esemplificare il concetto di mente vuota - mente elastica dicendo che la tecnica, l’esercizio spirituale e la liberazione della mente diventerannounacosasolaattraversolosforzoe l’addestramento continuo così come la velocità di un fendente può recidere ogni esitazione. Quindi temporaggiare, tergiversare diventa inutile e pericoloso e può essere corretto solo dalla pratica, da quell’addestramento continuo in cui si studiano tutte le possibilità per affrontare l’avversario.
Nel Kenjutsu, così come nello Jaido o in ogni arte marziale giapponese si parla di Kata (forme), dove l’allievo impara la strategia appropriata per affrontare differenti situazioni. Man mano che l’allievo prosegue nell’addestramento il coinvolgimento della mente tenderà a diminuire permettendogli di reagire agli stimoli in modo sempre più spontaneo.
La figura del maestro (e fin qui ne abbiamo citati diversi) agisce da mediatore tra l’input e l’output, tra lo stimolo e la reazione, è la sintesi di esperienze, saperi e senso pratico che diventano tutt’uno e si esprimono nella propria capacità ed elasticità fisica e mentale.
Questo passaggio è importantissimo. Per essere elastici mente e corpo non bastano. Lo studio dei kata, solitamente di difficoltà progressiva, permette al praticante di commisurarsi fino in fondo con il proprio sé e vincerne timori e debolezze facendo sempre più chiarezza sulla propria volontà e sul suo valore per il proprio spirito interiore. L’insegnamento dei maestri chiarisce quindi che l’elasticità è un traguardo raggiungibile solo se si lavora su tre livelli: corpo, mente, spirito.
Ed è proprio Soho a parlarcene: “Se ti focalizzi sull’azione del corpo, la mente sarà catturata dall’azione del corpo dell’avversario.
Se ti focalizzi sulla spada dell’avversario, la mente sarà catturata dalla spada dell’avversario. Se ti focalizzi su quali saranno le intenzioni dell’avversario di colpirti, la mente sarà catturata da quel pensiero. Se ti focalizzi sulla tua spada, la mente sarà catturata dalla tua spada, se ti focalizzi sulla tua intenzione di non essere colpito, la mente sarà catturata dalla tua intenzionedinonesserecolpito.Setifocalizzi sullaposturadeltuoavversario,lamentesarà catturatadallaposturadeltuoavversario. Questo significa che non esiste un luogo in cui focalizzare la mente”, ma evidentemente è un luogo ipotetico che va creato ad hoc e che solo un lungo e delicato addestramento può insegnare.
Yamamoto Tsunetomo (1659 - 1718) nel suo Hagakure ci insegna che “L’addestramento non finisce mai. Se un uomo pensa di essere giunto alla fine va contro lo spirito del bushido, mentre se, per tutta la vita, pensa di non essere mai arrivato, quando muore gli altri penseranno che ha completato la via del samurai. Pur addestrandosi per tutta la vita è molto difficile che un uomo raggiunga l’uno mantenendosi puro. Se non è puro, egli non raggiunge la via. Seguire il maestro e il valore militare devono diventare una cosa sola”.
Il “mushin no shin”, “mente vuota” o “mente svuotata”èquindilamenteelasticacherende flessibile l’uomo e come insegna Miyamoto Musashi (1584 - 1645) non è esclusiva del samurai, ma appannaggio di tutti “Alcuni pensano che, anche se apprendono la Via della strategia, non l’applicheranno nella vita. Ma la vera via della strategia è tale da poter essere applicata in qualunque momento e in qualunque circostanza”.
Come vincere allora e diventare uomini dalla mente elastica? Le arti marziali giapponesi ci indicano un percorso lungo, faticoso, ma anche estremamente pratico e di grande risultato che può aumentare le nostre possibilità di vittoria.
Yukio Mishima (1925 - 1970) diceva: “Molti avranno sperimentato come nell’attimo del colpo, sia esso inferto con un guantone da pugile o con un bastone di bambù, si avverta come un contraccolpo, più che un attacco diretto al corpo dell’antagonista, e questo è proporzionale alla precisione del colpo. A causa del colpo e della propria forza si crea nello spazio una specie di cavità. In quell’istante il corpo dell’antagonista colma esattamente la cavità spaziale e, quando ne assume perfettamente la forma, il colpo si può considerare riuscito. Perché mai si prova quella sensazione, come può un colpo avere effetto?
Perché il movimento per vibrarlo è stato scelto con esattezza, sia temporalmente che spazialmente, perché la scelta e la decisione hanno colto un attimo di distrazione nell’antagonista, l’hanno intuito ancora prima che si rivelasse. Questa intuizione è una facoltà misteriosa, che si acquisisce attraverso un processo di lungo allenamento. Quando l’attimo di distrazione si è rivelato, è ormai troppo tardi: è tardi quando quel qualcosa latente nello spazio davanti alla punta del bastone ha già preso forma; nell’attimo in cui prende forma
DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA estate 2014

