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Grande Veicolo, a partire dall’inizio dell’era cristiana; amalgamatosi con alcuni elementi del Confucianesimo e del Taoismo, ha esercitato per secoli, o meglio per più di un millennio, una grande influenza. La sua origine però non è cinese. Originari e tipicamente espressioni della mentalità cinese sono invece il Confucianesimo e il Taoismo. Essi hanno origine a partire dal VI secolo avanti Cristo.
Confucio, secondo l’opinione maggiormente accreditata, sarebbe nato nel 551 e morto nel 479 a.C.
Sul fondatore del Taoismo, Lao-Tse, il problema dei riferimenti cronologici è più complesso; alcuni lo pongono nel VI secolo a.C., contemporaneo o di poco anteriore a Confucio, altri ne spostano invece la vita e l’attività al IV secolo o addirittura tra il III e il II secolo a.C. Quello che è però importante tenere presente, più delle questioni cronologiche della vita di Lao-Tse rispetto a Confucio, è che le dottrine e le conseguenti forme di vita che da essi prendono nome ed origine, non sorgono in un ambiente culturale e religioso, per così dire, vuoto, ma in un contesto ben determinato, sia dal punto di vista religioso che culturale e politico; trattandosi della Cina non va dimenticato che non esiste una dimensione religiosa che non sia anche concretezza di vita a tutti i livelli, individuale, familiare, tribale, regionale e imperiale. Esiste dunque una “religiositas” cinese preconfuciana e pretaoista alla quale sia Confucio che Lao-Tse si rifanno. È indispensabile cercare di conoscere e rendersi conto in cosa essa consiste, qual’è la sua peculiarità e quali sono le sue componenti essenziali, per poter comprendere gli stessi Confucianesimo e Taoismo.
Bisogna prendere le mosse presso a poco dal 3600-3500 a.C.
Questa religione cinese antica aveva il suo fondamento nell’osservazione dei ritmi della natura e nello sforzo di stabilire una corrispondenza tra la vita umana e la vita della stessa natura concepita in modo animistico: non il dominio della natura l’uomo deve perseguire, ma l’armonia con essa. I fenomeni naturali dunque, come la pioggia, il vento, il tuono, il germogliare e crescere della vegetazione, specie del miglio, fondamentale nella alimentazione, erano oggetto di venerazione.
Accanto alla venerazione della natura ed alla ricerca della conformità con essa, questa religiosità arcaica cinese pone un altro elemento essenziale: il mondo degli spiriti e delle divinità concepite in maniera gerarchica. Ci sono innanzittutto i cinque spiriti della vita domestica: della porta esterna, della porta interna, del pozzo, del focolare e del cortile interno. Ma le divinità più importanti sono quelle della Terra madre e, sopra tutte, quella del Cielo, perché il Cielo è divinità, la divinità massima; concepito come buono, presente dovunque, tutto vede e tutto conosce. La sua raffigurazione non ha forma animale, è importante notarlo, ma umana; questo con probabilià potrebbe voler dire che esso è inteso anche in maniera personale.
Il culto degli antenati costituisce la terza componente fondamentale della vita cinese più antica. L’uomo, oltre il corpo, ha due anime che al momento della morte si separano, e dal corpo e tra di loro, per cui, una rimane sulla terra insieme al
cadavere, l’altra ascende verso il cielo. Tutte due però in questa condizione di esistenza spirituale, continuano a vivere come vivevano prima della morte del corpo. L’anima che resta sulla terra ha bisogno di tutto quello di cui si serviva quando era vivo il corpo: cibo, vestiti, cavalli, armi, moglie, figli e altro ancora. Nella Cina più antica quando moriva un personaggio importante, un signore feudale e ancor più un imperatore, si sacrificavano uccidendoli realmente, la moglie, i servi, i cavalli ecc. perché essi dovevano servire all’anima terrena (p’oh) del defunto. Più tardi questi sacrifici avvenivano solo in modo simbolico; si immolavano simbolicamente immagini o riproduzioni statuarie delle persone che avevano servito il defunto. Le anime degli antenati, sia quella che resta sulla terra (p’oh), sia quella che sale verso il Cielo (hun), proteggono i propri discendenti a condizione che questi offrano ad esse i propri sacrifici, dei quali hanno bisogno. La protezione degli antenati assicura vita lunga, prosperità, pace e vittoria contro i nemici.
Tre sono dunque le componenti della vita e della religiosità cinese: la natura, gli spiriti fino alla divinità suprema che è il Cielo e gli antenati. Queste componenti non sono indipendenti l’una dall’altra, ma formano, insieme con l’uomo che vive sulla terra, una unità indivisibile ed omogenea: la forza che realizza tale unità è il “Tao”; esso tiene insieme il Cielo, la Terra e l’uomo. Il Tao può essere concepito come la “Legge eterna”, come il “Principio ordinatore” di cui è garante lo stesso Cielo. La pratica e concreta attuazione della Legge regolatrice del tutto si realizza obbedendo a due principi; uno positivo, uno negativo; uno attivo, uno passivo; uno maschile, uno femminile. Si chiamano: lo “Yang”, principio attivo e positivo; e lo “Yin”, principio passivo e negativo; negativo non vuol dire cattivo o dannoso, ma significa che riceve l’azione dall’altro e ricevendola, insieme producono l’effetto. Pertanto questi due principi, pur essendo opposti, sono anche complementari; l’uno richiama l’altro e non può stare senza l’altro; si completano reciprocamente. Tutto quello che esiste risulta dalla unione di questi due principi-forza, dalle cose più minuscole del microcosmo a quelle più appariscenti del macrocosmo; anche il Cielo e la Terra sono reciprocamente Yang e Yin. L’armonico rapporto di questi principi garantisce il buon funzionamento del Cielo, della Terra e della vita umana; il loro squilibrio o predominio dell’uno sull’altro, genera disordine e rovina: tempeste, alluvioni, siccità, malattie e morte. Ogni cosa ed ogni persona è rispetto all’altra cosa o persona, Yang o Yin; così, ad esempio, l’uomo è Yang rispetto alla donna che è Yin, la luce del sole è Yang rispetto a quella della luna che è Yin, il giorno è Yang rispetto alla notte che è Yin, e così via. Si può essere anche in una condizione di ambivalenza, essere contemporaneamente Yang e Yin; così, per fare qualche esempio, il signore feudale è Yin rispetto all’imperatore, ma è Yang per gli abitanti del suo territorio; la donna è Yin rispetto al marito, ma è Yang rispetto alla figlia; il figlio è Yin rispetto al padre, ma è Yang rispetto alla sorella o alla moglie.
Esiste dunque un ordine armonico e nello stesso tempo ferreo che regge l’esistenza cosmica e che
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