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     calculare al meglio che possono le eclipsi e movimenti de’ pianeti con assai di errori. Et in ché più si occupano è nella giudiciaria, pensando che tutto quanto si fa in questo mondo inferiore dipenda dalle stelle.
Sola in questa scientia di matematica si agiutorno qualche cosa di certi matematici seraceni che vennero dalla Persia. Ma nessuna cosa insegnorno con dimostrationi; solo lasciorno tavole dalle quali calculano il loro anno, e le eclissi d’ambi i luminari et anco i movimenti degli pianeti.
L’autore di questa famiglia che adesso regna prohibitte che nessuno imparasse questa scientia, se non i deputati, avendo paura che per questa via manchino alcuno qualche ribellione. Con tutto questo sostenta molti matematici dentro del suo palazzo, che sono eunuchi, et altri di fuora, con molte migliaia di scuti, per le grandi rendite che gli dà, secondo i gradi che negli essami conseguiscono. E sì quei di dentro, come quei di fuora, sono divisi in doi collegij: l’uno che segue il modo antico della Cina nel calcolo, l’altro che segue l’altro novo venuto dalla Persia. E dipoi conferiscono e si agiutano gli uni agli altri, quei di dentro e quei di fuora. Ciascheduni hanno la sua area o torre in luogo eminente, dove fecero molti belli strumenti di matematica, di bronzo, di smisurata grandezza, assai antichi, per osservare le stelle. Dove ogni notte sta alcuno veggiando se vede qualche cometa o cosa nnova nel cielo, per dar il giorno seguente ragguaglio al Re con publico memoriale, nel quale anco dichiarano la significatione di quello che hanno visto. Gli strumenti di Nanchino stanno in un monte dentro della città molto alto, e sono fatti di miglior lavoro che quei di Pacchino.
Le eclissi del sole e della luna divolgano i matematici di Pacchino per tutta la Cina. E per legge sono obbligati tutti i magistrati in ogni cità e
terra con i ministri degli idoli di radunarsi tutti in un luogo deputato con le sue insegnie a soccorrere a questi doi luminari, con sonare baccili di bronzo e far varie genuflessioni tutto il tempo che dura l’eclipse. Parmi che hanno paura che un serpente si mangi in questo tempo alcuni di questi pianeti.
L’arte della medicina è assai diversa dalla nostra, ma si regono, pare, per il polso. Fanno molte volte assai belle cure, ma tutto per simplici di erbe, radici ed altri ingredienti, e risponde più tosto alla nostra herbolaria. Non vi è di questa arte nessuna schuola publica, ma tutti imparano dal maestro che vogliono. Nelle Corti si fa essame di questa arte e si dà gradi, ma con tanto puoco deletto che nessuna autorità di più tiene il medico con grado di quello che tiene il non graduato; percioché non è proibito il medicare a nessuno, e tutti quei che vogliono, o sappino molto o puoco, si mettono a medicare.
Et è cosa certa che, sì alla matematica come alla medicina, non si applicano se non persone che non possono studiar bene le loro lettere per il puoco ingegno e habilità; e così stanno queste scientie in bassa stima e fioriscono assai puoco.
I gradi più solenni sono quegli della scientia morale, che dipoi vengono a governare il regno; perciò parlerò di questi qualche puoco più minutamente.
Il Confutio accomodò quattro libri antichi, e fece anco di sua mano il quinto, che si chiamano le Cinque Dottrine, nelle quali si trattano o delle cose ben fatte nel governo degli antichi, o sono di versi anco sopra la stessa materia, o de’ riti e cirimonie della Cina, o altri avisi per la prudentia nelle cose occorrenti. Oltre queste Cinque Dottrine, da tre o quattro autori furno raccolti varij precetti morali senza nessun ordine, si può dire, e fecero un libro molto stimato, che chiamano i Quattro Libri. Questi nove sono i più antiqui libri della Cina di dove uscirno gli altri, e contengono quasi tutte le lettere.
E per quanto in essi si dà una dottrina morale assai buona, per legge de’ Re passati, i loro letterati in questi fanno il fundamento del loro sapere, non solo procurando de intender bene questi libri, che sono di assai puoco volume, peroché tutti insieme non faranno tanto volume come le opere di Aristotile, ma anco si exercitano in fare varij discorsi sopre ciascheduna delle sententie che in essi vi sono. E perché sarebbe difficile star tutti tanto pratichi in tutti questi libri, che ad ogni materia di essi possano compor discorso elegante e all’improviso, come si fa nei loro essami, tutti sono obbligati a saper far questo nel Quattro Libri et in una delle Cinque Dottrine che ciascheduno elege, non potendo essere essaminato in altra.
Della dichiaratione di questi libri e compositioni che si fanno sopr’essi non vi sono nessune schuole o università publiche, come alcuni nostri scrittori dicono, ma ognuno piglia il maestro che vuole e lo paga del suo. E sono questi maestri moltissimi (per due ragioni); l’una, perché uno non può insegnare a molti insieme per la difficoltà di queste lettere; l’altra per essere custume di ogni persona grave far insegnare a’ suoi figliuoli in sua stessa casa, sebene
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