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I Commentari di Padre Matteo Ricci: un resoconto della Cina del 1600 attualissimo per gli europei del III millennio - capitolo V
1. Natura, numero dei caratteri e suoni della lingua cinese scritta. 2. Grande anfibologia, attenuata alquanto dai cinque toni. 3. La lingua scritta cinese è la stessa per tutta la Cina e per i paesi limitrofi. 4. Uso comune della lingua mandarina in Cina e anche dei Katakana in Giappone. 5. Vantaggi morali e svantaggi intellettuali di una lingua così difficile. 6. Confucio, massimo filosofo morale della Cina; suo culto. 7. Scienze matematiche ed astronomiche; astrologia. 8. Doppio Collegio dei matematici ossia degli astronomi, quello dei cinesi e quello dei maomettani. 9. Falsa idea della natura delle eclissi; costumanze in tali occasioni. 10. Poca stima dei medici cinesi, e inutilità dei loro gradi accademici. 11. Dottrina confuciana contenuta nei Cinque Classici e nei Quattro Libri. 12. Esami letterari su questa dottrina confuciana. 13. Gran numero di maestri privati in mancanza di scuole pubbliche e di università. 14. Primo grado dei letterati civili: i baccellieri; loro trattamento. 15. Secondo grado dei letterati civili: i licenziati. 16. Sale, giorni e natura dei temi per ciascun giorno degli esami. 17. Trascrizione anonima delle composizioni e scrutinio finale. 18. Valore e utilità della licenza. Proclamazione dei risultati. 19. Terzo grado dei letterati civili: i dottori. I primi della lista. 20. Promozioni ed insegne dei neo-dottori. Indefinite ripetizioni di esami. 21. Promulgazione dei nomi dei laureati e delle loro composizioni. Amicizia contratta all’occasione di questi esami. 22. Esami e gradi dei letterati militari, tenuti in poco conto. 23. Onori dei letterati civili; arbitri anche di materie non studiate da essi.
Prima di dire del governo della Cina è necessario che dichiamo qualche cosa delle sue lettere e gradi che in esse si danno, per essere la parte più principale del suo governo, et un modo in che sono diversissimi di tutte le altre nationi del mondo. E
se di questo regno non si può dire che i filosofi sono re, almeno con verità si dirrà che i re sono governati da’ filosofi. E cominciando dalle sue lettere, o più tosto caratteri, al modo degli hieroglifichi degli Egittij. Conciosiaché il loro parlare sia assai diverso dallo scrivere, nessuno libro si scrive nel modo commune di parlare; e sebene se ne scrivono alcuni con un modo più vicino al parlare, non è cosa grave e di che si facci caso. Con tutto questo, le più delle parole sono communi allo scrivere et al parlare, e tutte le dittioni dell’uno e dell’altro sono monosillabe, benché vi sono molti diphtonghi di due o tre vocali parlando al nostro modo; percioché loro per ogni dittione hanno una lettera diversa senza nessuna distintione, non solo di vocali e consonanti, ma né anco di sillabe; e tanto importa tra loro dire una dittione come una lettera et una sillaba. Per questa causa sono in questa lingua tante le lettere quanto sono le parole.
Pure fanno una compositione tanto artificiosa che non vengono ad esser le lettere più di settanta o ottanta milia, e quelle di che usano ordinariamente (sono) puoco più di diecie milia; ché, quanto a quel numero intiero di tutte, né è necessario, né nessuno vi è che le sappi.
È vero che molte lettere sono dell’istesso sono, sebene di diversa figura, e ciascheduna significa molte cose. Per questo viene ad essere la più equivoca lingua e lettera che si ritruovi, e de nessun muodo può scriversi dettando. Anzi soventemente nel parlare si dimandano l’uno all’altro, anco fra persone eloquenti, letterati e di
*Missionario gesuita maceratese Macerata 1552 Pechino 1610
CULTURA CINESE
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