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cinquecento lettere, che rispondono a altre tante nostre ditioni. Al secondo giorno gli stessi entrano e sono serrati nell’istesso modo, e gli propongono varie cose accadute nelle historie antiche, o che possono accadere; e sopre queste fanno tre discorsi, dicendo il loro parere sopre quei casi o avisando al Re quello che si deve fare.
Il terzo giorno similmente gli propongono tre casi o liti, che possono occorrere negli officij publichi; sopre de’ quali ogn’uno risponde con tre compositioni la sententia che darebbono in tali casi.
Ogni siuzai, trascritte le sententie della compositione, se ne entra nella cella che i deputati gli assegnano, e, senza parlare con nessuno, fa le sue compositioni; e dipoi le scrive in un libro che solo si fa a questo effetto, nel fine del quale scrive il suo nome, e di suo padre, avolo, e bisavolo, e la sua patria, e lo segna con colla, ché nessuno lo possa vedere et aprire, e lo presenta ai deputati. I quali, riceuti (il libro, lo) fanno copiare in un altro libro con lettera roscia a molti copiatori, che stanno già messi dentro per questo effetto, e solo questa copia di lettera roscia danno agli essaminatori, lasciando l’originale nella stanza deputata a ciò con suoi numeri respondenti. E questo fanno accioché gli essaminatori non possino sapere l’autore di quelle compositioni, né anco cognoscendo per la loro lettera. I primi essaminatori di fuora crivellano queste compositioni tutte, lasciando le cattive et anco le manco buone, et eleggono di tutte il numero doppio di quanti hanno d’essere i licentiati: come, se hanno d’essere cento cinquanta, sciegliono trecento le migliori, e se hanno d’essere novantacinque scielgono centonovanta; e le mandano alle stanze degli doi essaminatori di Pacchino, i quali tra questi elegono le migliori compositioni, tante quante hanno d’essere i graduati. E, dipoi di elette e poste in ordine di più perfette, perché importa anco molto avere il primo luogo o altro infeiore per l’onore et utile del autore, e poi di elette, tutti gli essaminatori et altri deputati insieme le conferiscono con gli originali, e aprono i nomi degli autori di esse. E gli scrivono in una tavola grande con l’istesso ordine, e la pongono in publico nel fine della 8a luna, con grande concorso e festa de’ magistrati e di quei che conseguiscono il grado, e de’ suoi parenti et amici.
Questo grado è assai maggiore del primo e conseguentemente più preggiato, e tiene altri maggiori privilegij, e tengono altro vestito proprio. E se vogliono, senza essaminarsi per l’altro grado, possono avere assai gravi et honesti officij e magistrati nel regno.
Finito questo atto, gli essaminatori di Pacchino fanno un libro di tutto il successo dell’essame con il nome di tutti i graduati, et alcune compositioni di tutte le materie proposte, specialmente quella del primo tra graduati che si chiama chiaiiuen; e lo stampano di molto bella lettera, per divolgarsi e sapersi i nomi de’ graduati per tutta la Cina; e ne presentano alcuni tomi al Re et a quei del palazzo. In questo essame non entrano siuzai di diversa provincia; solo nelle due Corti entrano alcuni che hanno privilegio, per essere di doi collegij delle
Corti dove studiano, e entrano con pagare certe quantità de scuti alla camera reale.
Il terzo grado si chiama zinsu, che corrisponde al nostro di dottore. Questo si dà anco di tre in tre anni, et è sempre l’anno seguente all’altro de’ licentiati, solo nella corte di Pacchino, a trecento persone. A questo entrano solo i licentiati di ogni provincia e si fa sempre nella 4a luna, negli stessi tre giorni che si fecero i licentiati, e della stessa forma e modo senza discrepar punto. Solo, per esser questo grado di assai maggior importantia è molto maior la diligentia che se vi pone, accioché non vi si facci qualche inganno, e gli essaminatori sono persone più gravi, entrando in essi un Colao, che è il magior offitio di tutto il regno, et altri magistrati gravi deputati dal Re. Finito l’essame et eletti quei che hanno da dottorarsi nel luogo ordinario de’ licentiati, vanno tutti insieme dentro del palazzo regio, assistendo tutti i magistrati principali, e soleva anco assistervi l’istesso Re in questo. Con una compositione che tutti fanno sopra il tema che gli danno, si distingue l’ordine tra di loro in pigliare gli officij, e se ne fanno tre classi, di che si fa molto caso, dipendendo tutto d’una breve compositione. Quello che nel primo essame hebbe il primo luogho, tiene securo il 3° in questo 2° essame; ma quello che nel 2° essame tiene il primo, che è cioniuen, e (il) 2° luogo, che è tanhoa, tiene un grado assai eminente nel regno, e sempre anda con gravi offitij nella Corte; e non gli saprei comparare meglio ai nostri, se non a un duca o marchese, se questa dignità si trasferisse in suoi figliuoli.
Questi dottori, subito nello stesso anno, tengono veste, cappello con de’ stivali et altre insegne de’ magistrati, e sono proveduti di officij assai buoni, precedendo a tutti gli altri senza questo grado. E sono tenuti per nobili e persone gravi del regno; tanto che quei che puoco avanti erano suoi compagni, dipoi restano tanto inferiori che non si può credere, dandogli tutti vantaggio in ogni parte, e parlandoli con altri modi di parlare più cortesi et alti.
Quei licentiati che non potero conseguire il grado di dottore, se vogliono, potranno anco ottenere qualche officio, o dentro o fuora della Corte, assai competente, ma inferiore alli dottori; se non, tornano a sua casa a studiare, e entrano all’altro essame che tre anni di poi si ha da fare; e questo tante volte quanto gli piace. E sono alcuni che vengono dieci e più volte senza potere addottorarsi e morrono senza tenere offitio, per volere prima conseguire il dottorato.
Di questo essame de’ dottori si stampa anco per via degli essaminatori un libro con il nome de’ graduati, e le principali compositioni, che si divolga per ogni parte.
È cosa notabile che questi dottori, et anco licentiati, dell’istesso anno contraheno tra di loro una relatione et amicitia sì grande, che sono come fratelli, e si agiutano gli uni agli altri, et anco a’ suoi parenti, sino alla morte. Con gli loro essaminatori contraheno un’altra molto magiore come discepoli a maestri, e si amano come padri e figliuoli con molto rispetto e riverentia.
DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA estate 2014


































































































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