Page 68 - Numero20-2_2017
P. 68

frequenza cardiaca e i riflessi ortovagali e chemovagali sono espressione di bradicardie neurogene. Senza un effetto del NA sul nodo seno- atriale, le condizioni locali come l'ipossia potenziano di molto l'effetto vagale.
6. Esiste un oscillatore cardiopolmonare comune, risultato di un network di interneuroni che si trovano nel NTS e NA, che comunicano con i neuroni motori che controllano la funzione respiratoria, laringea e cardiaca.
7. Le emozioni primarie sono connesse a funzioni autonome. Siccome le emozioni primarie sono spesso collegate alla sopravvivenza devono essere integrate nella regolazione cardiopolmonare. Inoltre, le emozioni primarie sono influenzate dall'emisfero destro, ipsilaterale con l'influenza regolatoria delle strutture midollari che controllano le funzioni viscerali.
Modello di integrazione neuroviscerale
"In accordo con quanto sostenuto da Darwin nel suo trattato "l'origine della specie", non è la specie più intelligente che sopravvive, né quella più forte, ma quella maggiormente in grado di adattarsi alle modificazioni dell' ambiente in cui si trova." Megginson 1963.
Thayer e Lane nel 2000 proposero il modello di Integrazione Neuroviscerale, secondo il quale le capacità di adattamento alle modificazioni ambientali sono influenzate da diversi aspetti: fisiologici, comportamentali, affettivi, cognitivi, sociali e ambientali. Si ipotizza la presenza di un nucleo di strutture neurali in grado di integrare i segnali provenienti dall'esterno e dall'interno del corpo cosi da preparare l'organismo a fornire una corretta risposta alle modificazioni ambientali. Un sistema bilanciato è un sistema sano, in grado di rispondere a sollecitazioni ambientali e fisiche grazie all' auto-regolazione, cioè la capacità di modificare pensieri ed emozioni per permettere all'individuo di scegliere la risposta giusta per una determinata situazione. Un sistema bloccato in uno specifico schema è un sistema disregolato.
Nel modello di integrazione neuroviscerale il tono vagale cardiaco, misurato attraverso la variabilità di frequenza cardiaca (HRV= heart rate variability), può dare informazioni in merito all'integrità funzionale della rete neurale implicata nelle interazioni emotivo-cognitive perché i circuiti neurali implicati nell'auto regolazione autonomica, emozionale e cognitiva sono anche coinvolti nel controllo dell'attività cardiaca. Un cuore sano presenta una buona variabilità nella frequenza cardiaca, un cuore malato non mostra variabilità. Una maggior HRV a riposo è associata con una maggior capacità di modulazione nella risposta a stimoli emotivi, al contrario una bassa HRV a riposo è associata con uno stato di ipervigilanza ed errate risposte cognitive a stimoli di natura emotiva neutrale.
Il network autonomico centrale o CAN ( central autonomic network) è coinvolto nelle risposte viscero-motorie, neuroendocrine e comportamentali per permettere una risposta flessibile alle diverse realtà ambientali ed è costituito dal cingolo anteriore, dall'insula, dalla corteccia pre-frontale ventro-mediale, dal nucleo centrale dell'amigdala, dai nuclei paraventricolari
e dell'ipotalamo, dal grigio periacqueduttale, dai nuclei parabrachiali, dal nucleo del tratto solitario, dal nucleo ambiguo, dal midollo ventrolaterale, ventromediale e altri nuclei. Tutte queste strutture sono interconnesse all'interno del CAN, e le informazioni possono liberamente fluire. Giocano un ruolo fondamentale nelle funzioni di autoregolazione i circuiti inibitori prefrontali subcorticali. In circostanze normali la corteccia prefrontale ha il compito di identificare i punti di sicurezza presenti nell'ambiente ed esercita il suo controllo inibitorio sui circuiti corticali simpatico- eccitatori, incluso il nucleo centrale dell'amigdala. In situazioni di incertezza, la regolazione inibitoria prefrontale diminuisce e i circuiti subcorticali simpatico eccitatori rispondono in modo automatico con conseguente prolungata attivazione dei meccanismi di difesa (es: ipervigilanza). Nell’appropriata valutazione del tipo di contesto entra in gioco la corteccia prefrontale e in modo particolare la parte mediale (mPFC). In un contesto di sicurezza le rappresentazioni minacciose dell'amigdala sembra che siano inibite dalla corteccia prefrontale. Pazienti con disturbo post traumatico da stress (PTSD), ansia eccessiva e stati fobici manifestano un quadro di iper-reattività dell'amigdala, in contemporanea ad una ridotta attività della mPFC, per cui hanno difficoltà nel riconoscere ambienti e segnali di "sicurezza". Non a caso la distruzione dei circuiti prefrontali subcorticali è stata associata ad un gran numero di problematiche psicopatologiche tra cui depressione, ansia e schizofrenia.
In accordo con il modello di integrazione neuroviscerale, il CAN si connette al cuore a livello del nodo seno atriale, attraverso il ganglio stellato e il nervo vago. I messaggi in uscita dal CAN sono sotto il controllo tonico inibitorio dei neuroni GABAergici del Nucleo del Tratto Solitario. I circuiti inibitori cortico-subcorticali servono per unire processi psicologici a processi fisiologici e la HRV può esserne un indice di funzionamento.
Una metanalisi ha mostrato che una maggior HRV a riposo è associata con l'attivazione dei circuiti inibitori prefrontali subcorticali, in modo da permettere una risposta flessibile e adeguata, dal punto di vista cognitivo, emotivo e comportamentale, alle diverse situazioni ambientali, e questa caratteristica facilita una corretta espressione delle emozioni. Queste persone mostrano un incremento fasico della HRV.
La presenza invece di una bassa HRV a riposo si associa ad una regolazione prefrontale meno efficace e di conseguenza alla manifestazione di atteggiamenti emotivi e cognitivi non adeguati alla situazione e con sistemi di auto regolazione deficitari. Ad esempio questi individui hanno difficoltà nel riconoscimento di situazioni di sicurezza o di stimoli di natura neutra. Queste persone mostrano uno soppressione fasica dell'HRV, con risposte di natura autonomica stressoria in seguito all'esposizione ad eventi banali, come se questi rappresentassero importanti fattori di stress.
Studi empirici hanno dimostrato che sia un rapido "coinvolgimento" che un lento "dereclutamento"
DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA estate 2017


































































































   66   67   68   69   70