Page 21 - Numero16-1_2016
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Ciò in cui crediamo sono le “fondamenta” su cui costruiamo tutta la nostra esistenza: ogni volta che queste fondamenta vengono minacciate diventiamo resistenti al cambiamento e con questa reazione di irrigidimento sottoponiamo il nostro corpo e la nostra anima a sforzi atroci: tutto diventa più difficile e, dalle relazioni familiari a quelle esterne e professionali, la soluzione immediata è di vivere la realtà come una sorta di palcoscenico sul quale recitare una parte. Questo è il modo più facile per mascherare le paure e non volerle superare; resta il fatto che, secondo i riflessologi, visto che le paure non vengono risolte ma solo accantonate non potranno che aumentare insieme ai disagi prima, e delle malattie dopo, che si verranno a sviluppare e a manifestare.
I problemi legati al sistema uro-genitale esprimono tutte le paure più profonde e ci indicano non solo come siamo refrattari al cambiamento, ma anche quanto siamo ostinati, insicuri e poco inclini al dialogo aperto e alla relazione.
Regole ferree alle quali dobbiamo sottostare senza discussione, stili di vita privi di dialogo o una misurazione di qualsivoglia natura con altre culture, religioni, modi di pensare ecc. non produce altro che persone paurose. A volte queste paure, in determinati contesti culturali, sono autoindotte e costruite proprio per impedire alle persone di riflettere, verificare e verificarsi, di pensare in modo autonomo senza schemi prefissati, di trovare soluzioni pratiche al di fuori della realtà proposta abitualmente.
Sono paure viscerali che nella mente dell’uomo producono sudditanza e che non permettono nessun spazio di azione. L’esito propone individui facilmente malleabili e soprattutto incapaci di affrontare in modo autonomo la realtà per cui tenderanno per tutta l’esistenza a rinchiudersi e a evitare molte esperienze proprio per non viverle. Malattie renali, calcolosi, cistiti e malattie vescicali rappresentano in riflessologia il segnale di paure recondite ed inespresse che sono state male gestite e trattenute per tempi lunghissimi.
Nella riflessologia psicosomatica queste paure vengono “immagazzinate” soprattutto nelle più
Shanghai moto con sidecar aprile 1983 L. Sotte
basse zone lombari proprio dove tutto il peso del corpo deve essere sostenuto e da dove potrebbero essere spostate attraverso l’uso delle gambe per “andare oltre”, ma se questo meccanismo è bloccato la persona è costretta ad una staticità e rigidità sempre più profonda.
A volte basta ripensare a questi blocchi, spesso causati nell’infanzia, per una rimozione di tipo psicologico e, in questo le psicoterapie classiche sono di certo molto efficaci. Sul piano fisico la riflessologia può essere un valido ausilio per lenire il dolore, prendere consapevolezza dei percorsi mentali e fisici da intraprendere e soprattutto realizzare quanto sia importante gestire e non reprimere le emozioni.
Conclusione
Come negli altri miei interventi anche questa volta sottolineo che la riflessologia può essere un valido supporto e che può dare risultati eccellenti se inserita in un piano strategico di lavoro di squadra tra svariati professionisti. Soprattutto non deve sostituirsi mai ad alcuna forma terapeutica in quanto tale proprio perché va a lavorare su aspetti emozionali legati al benessere e al senso di rilassamento profondo che possono produrre maggiore autostima e aiutare ad affrontare l’esistenza in modo diverso.
Una parte certamente importante è giocata dal professionista che applica la riflessologia sul proprio assistito: l’intenzione, come da insegnamenti dei maestri e come ho già avuto modo di evidenziare, è fondamentale, ma non basta. Il riflessologo deve lasciare fuori dalla porta le paure personali, ansie e preoccupazioni per concentrarsi in modo positivo, propositivo e soprattutto proattivo con il suo assistito.
Le paure su cui dovrà lavorare e che dovrà aiutare a rimuovere con il suo operato spesso non saranno di tipo “adulto”. Lo stress e l’ansia prodotti dalla società moderna sono solo la punta dell’iceberg e, avendo radici più profonde, prevedono un lavoro più sensibile e allo stesso tempo delicato. L’osservanza delle regole a cui siamo stati chiamati fin da piccoli a sua volta diventa metro di misura
DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA inverno 2016


































































































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