Page 4 - Numero 15 Autunno 2015
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Fede e ragione Aldo Stella*
«La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità». Con questa formidabile immagine inizia la Fides et Ratio, una delle Lettere Encicliche più significative e profonde di Giovanni Paolo II, alla quale indubbiamente non è stata data l’attenzione che, invece, avrebbe meritato. Essa rappresenta ed esprime il progetto per il nuovo millennio: una spiritualità che sappia coniugare fede e ragione e, forte della loro ritrovata unità, possa costituire un argine al dilagante materialismo che caratterizza la cultura e la vita dell’epoca contemporanea. Desta sincera meraviglia che un progetto così importante per l’uomo e per la Chiesa non abbia trovato
adeguata eco nei commenti degli uomini di cultura, neanche in quelli di area cattolica. Cercare di sanare un conflitto che appartiene alla storia del cristianesimo, recuperando l’unità della ragione filosofica o speculativa, che va in cerca della verità, e della fede, che alla verità si affida, configura un grande disegno, volto a reperire i fondamenti della nostra cultura: la filosofia greca e la spiritualità cristiana.
L’Enciclica risponde a coloro che hanno affermato l’insanabile opposizione di fede e ragione: aut fides, aut ratio, hanno ripetuto, anche di recente, alcuni autorevoli studiosi e pensatori. Per cercare di intendere il senso della congiunzione, fides et ratio, proponiamo qui una breve riflessione, nella speranza di fornire un piccolissimo contributo volto ad attivare quel dibattito che sarebbe stato essenziale e che, purtroppo, a nostro giudizio è mancato. La prima domanda che ci poniamo è la seguente: è possibile affermare che la ragione si fonda sulla fede? Cercare di rispondere a questa domanda è sicuramente molto impegnativo,
ma a noi pare di poter affermare che, allorquando ciascuno di noi configura un pensiero, la sua intenzione è quella di formulare un pensiero che non sia valido solo per chi lo formula, dunque la sua intenzione è di formulare un pensiero universale, vero in sé.
Ringrazio di cuore Aldo Stella di questo Suo contributo che ritengo fondamentale per chi come noi cerca nel proprio lavoro di coniugare l’arte medica che pratica ogni giorno con i suoi presupposti razionali, con la scienza che la sostiene. È possibile fondare la propria attività professionale sulla scienza medica che utilizziamo a prescindere da qualunque atto di fede? È per rispondere a questa domanda che Aldo Stella ci porta a coniugare “la fede e la ragione” “come due ali con le quali lo spirito s’innalza verso la contemplazione della verità” come suggerisce Giovanni Paolo II nella Sua enciclica “fides et ratio” Lucio Sotte*
Se non che, la certezza che il mio pensiero non sia solo mio, ma sia effettivamente universale, si trova in questa alternativa: aut la certezza è ancora soltanto mia, così che io credo che sia un pensiero universale, ma non l’ho ancora dimostrato, aut sono in grado
*Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università per Stranieri di Perugia
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EPISTEMOLOGIA MEDICA
DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA autunno 2015


































































































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