Page 19 - Numero 15 Autunno 2015
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ma ancora attorcigliato dai ricordi estivi fatti di vacanze esotiche o più caserecce o anche solo di serate tranquille e passeggiate notturne. La tendenza dell’uomo è quella di migrare, di preparare una tana accogliente per i mesi invernali o di chiudersi in un ozio silenzioso aspettando che l’inverno passi, ma questo non è possibile. Così infrange quel richiamo naturale fatto di passi più lenti e di un maggiore controllo delle sue energie.
Ma la ripresa a cui l’uomo è chiamato è ben altra: spesso dovrà affrontare problemi lasciati irrisolti, principiare nuovi progetti, aderire a nuove iniziative che gli produrranno reddito per tutto l’anno. La mente si allontana dalla quiete dell’anima macchinando attività e forzando quella voglia di rinchiudersi nella tana a cui invece vorrebbe dedicarsi. La mente comincia a vagare e col volare delle ultime rondini e la consapevolezza dell’ultimo barlume dell’estate vorrebbe migrare, lasciando scelte e operosità ad altri momenti, ma non è possibile.
Già la vigna richiama al raccolto e quel senso d’estate rimane dentro producendo una sensazione di tristezza che solo un’attività legata al “fare” può allontanare. Non è tempo di migrare, ma di prepararsi ad affrontare le difficoltà con maggiore impegno.
Nelle stagioni, così come nella vita l’autunno rappresenta la maturità e quindi la capacità di optare scelte consapevoli e produrre circoli virtuosi. Infatti molti mistici arabi descrivono l’autunno come la stagione della saggezza.
Autunno: il polmone scudo del mondo esterno
“Esiste una stanchezza dell’intelligenza astratta ed è la più terribile delle stanchezze. Non è pesante come la stanchezza del corpo, e non è inquieta come la stanchezza dell’emozione. È un peso della consapevolezza del mondo, una impossibilità di respirare l’anima”.
(Fernando Pessoa)
Nella psicoenergetica così come nelle tradizioni cinesi l’autunno è associato al meridiano del polmone. L’energia vitale (QI) indispensabile per l’esistenza è assorbita dal polmone. Questa energia, proviene dall’esterno in varie forme, ma soprattutto sotto la forma di ossigeno. Il ruolo del polmone è fondamentale: deve garantire la forza e la capacità di resistere alle aggressioni di vario genere provenienti dal mondo esterno. Come? Fungendo da mediatore e regolandone l’equilibrio e aiutando la pelle, unica effettiva barriera tra interno ed esterno. I polmoni hanno, nella tradizione cinese, il compito di occuparsi dell’assimilazione dell’energia fisica, assistendo il cuore e controllando l’energia che proviene dall’aria: lo scopo è quello di partecipare attivamente alla qualità dell’energia dirigendo tutte le fasi trasformative.
Lo scopo di tutto questo è permettere che le energie provenienti dalla terra attraverso gli alimenti possano combinarsi perfettamente con quelle del cielo attraverso l’aria e trasformare entrambi in energia “essenziale”. Quando questa
operazione non funziona perfettamente l’organismo è “mal nutrito”. Sempre sul piano fisiologico per la tradizione cinese il meridiano del polmone corrisponde non solo all’apparato respiratorio, e alla pelle, ma anche al naso, principale fonte di ingresso dell’aria e al sistema pilifero. L’azione principale del polmone è quella di regolare l’equilibrio termico di tutte queste zone e permettere loro di creare una barriera protettiva nei confronti delle aggressioni esterne, soprattutto quelle climatiche.
Autunno: il grande intestino e l’eliminazione delle scorie
“Quello che veramente ami rimane, il resto è scorie...” (Ezra Pound)
Complementare al meridiano del polmone, nella tradizione cinese, troviamo il grande intestino. La sua funzione è molto semplice: trasportare ed eliminare scorie impedendo ogni forma di ristagno soprattutto dell’energia del QI che deve sempre circolare per mantenerci in salute.
Potremmo definire la sua funzione, a differenza del polmone che dall’esterno porta verso l’interno, una funzione che dall’interno porta verso l’esterno, a completamento di un ciclo produttivo. Evacuare ciò che non abbiamo digerito e assimilato è fondamentale e nella razionalità del nostro corpo rappresenta la volontà di non mantenere nulla che non sia funzionale e necessario. La nostra società attuale ci spinge spesso a “trattenere” le emozioni anziché lasciarle fluidificare e gestirle. In relazione al grande intestino proviamo proprio, in maniera più semplice, questa situazione: “tratteniamo” o “rilasciamo” quanto non vogliamo dentro di noi e nella quantità che riteniamo adatta al nostro corpo per essere in equilibrio.
Il principio del metallo: l’armatura
“Portare una corazza ti evita il dolore, ma ti evita anche il piacere”. (Celeste Holm)
Secondo la tradizione cinese il principio del metallo è ciò che regola e coordina le nostre relazioni con il mondo esterno. Ogni volta che ci concediamo a qualche stimolo esteriore o ci difendiamo da aggressioni attiviamo in noi questo principio: si tratta di un’armatura formata dalla nostra pelle, dal nostro sistema respiratorio e dal nostro grande intestino. Il livello di protezione di questa armatura varia da persona a persona: possiamo trovare soggetti altamente reattivi, altri proattivi, altri chiusi in se stessi. La soglia di attivazione cambia a seconda della capacità di percepire i pericoli esterni, di vivere le sensazioni fisiche e psichiche e gestirle. È un sistema molto particolare capace di captare sensorialmente un pericolo anzitempo e di “sentirlo” attraverso la misura di energie presenti in qualsiasi luogo o persona, ma anche capace di recidere con la velocità di una spada determinate situazioni sgradevoli che riteniamo sia meglio eliminare il più velocemente possibile.
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