Page 18 - Numero 15 Autunno 2015
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Reflessologia ed emozioni: autunno, l’emozione tristezza
Paolo G. Bianchi*
Riflessologia ed emozioni: autunno – l’emozione tristezza
“ Conosco bene il sentimento di tristezza che ispira la precarietà delle cose, lo provo ogni volta che un fiore appassisce. Ma si tratta di una tristezza senza disperazione”.
(Herman Hesse)
“A volte siamo preda di una sensazione di tristezza che non riusciamo a controllare. Intuiamo che l’istante magico di quel giorno è passato e noi non abbiamo fatto niente. Allora la vita nasconde la sua magia e la sua arte”.
(Paulo Coelho)
“Non si può impedire agli uccelli della tristezza di passare sopra la tua testa, ma si può impedire loro di fare un nido nei capelli”. (Proverbio cinese)
Autunno tempo di migrare?
“Veder cadere le foglie mi lacera dentro soprattutto le foglie dei viali soprattutto se sono ippocastani soprattutto se passano dei bimbi soprattutto se il cielo è sereno soprattutto se ho avuto, quel giorno, una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno, non mi fa male soprattutto se credo, quel giorno, che quella che amo mi ami soprattutto se quel giorno
mi sento d’accordo con gli uomini e con me stesso”. (Nazim Hikmet)
Perché quando l’estate giunge al termine l’uomo è spesso colto da tristezza? Forse manca la luce che comincia a lasciare sempre più spazio al buio e il tepore delle giornate cede il passo a climi più freschi per i quali è necessario cominciare a coprirsi. La natura comincia a prepararsi per l’inverno facendo riserva delle proprie energie che vengono tolte alle foglie. Quel processo incominciato con la primavera fatta di fiori e foglie colorate ora cede il passo ad altri colori più legati alla terra. L’esplosione di questi colori appare agli occhi con varietà ancora maggiori rispetto alla primavera stessa, ma in ognuna mancano i colori sgargianti, sostituiti da tutti i toni del marrone, del rossiccio e del bruno.
È il naturale processo di decomposizione che prende avvio e, anche se ci regala un ultimo sprazzo di vivacità, l’animo umano sa che tutto si sta rinchiudendo in un isolamento che terminerà con la fine dell’inverno.
Molti animali seguono il loro istinto e si preparano per l’inverno: è un’azione che richiede tempo e dedizione come la raccolta degli ultimi frutti nelle loro tane. Altri lasciano i loro nidi estivi per migrare verso zone più calde; un viaggio spesso lungo, estenuante, sconosciuto alla loro razionalità, ma ben noto al loro istinto che li guiderà nel percorso e nelle singole soste.
L’uomo, dopo la pausa estiva, riprende le sue normali attività, spesso affaticato dai primi freddi,
*Esperto in processi formativi, counseling, counseling olistico e discipline bionaturali, (praticante di kenjutsu – katori shinto ryu e jaido – hoky ryu presso lo Zanshin Dojo di Milano). www.formazionez ero.blogspot.com
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