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precisamente pseudoreligiosi che si trovano non solo nei Tungusi della Siberia, ma anche in alcune zone dell’Africa, dell’Asia e soprattutto della cultura giapponese. È dunque la funzione esercitata dalla Sciamano a costituire lo Sciamanesimo; in questa funzione lo stesso Sciamano fermamente crede, la sua sicurezza è essenziale. I seguaci di questa che potremmo chiamare pratica sciamanica, accettano i poteri e la funzione dello Sciamano, vi credono e vi ricorrono. Sono abitanti di villaggi e di ambienti caratterizzati da una facile credulità popolare. La particolare funzione esercitata dallo Sciamano consiste nel costituirsi e porsi come intermediario e tramite di congiunzione tra le persone che a lui
“trance” lo Sciamano afferma di essere in grado di stabilire un contato diretto con gli spiriti; la sua anima emigra nell’aldilà, compie viaggi attraverso i quali congiunge il mondo presente con quello ultraterreno. Il congiungimento con gli spiriti è stabilito non per una specie di gioco né per una motivazione personale dello Sciamano, ma sempre per un qualche fine comunitario, per un vantaggio o utilità dei vivi e per soddisfare le richieste di coloro che a lui si rivolgono. Lo Sciamano infatti con l’aiuto degli spiriti buoni raggiunti nella comunicazione con l’aldilà, può compiere azioni straordinarie, come guarire i malati, prevedere ciò che accadrà in futuro in modo che gli interessati si premuniscano, consigliare determinati comportamenti ed altro ancora. Acquista anche, nello stato di “trance”, delle potenzialità fisiche così che gli diventa fattibile quello che è inverosimile; ad esempio, trafiggersi con una spada senza procurarsi ferite, senza versare sangue e sentire dolore. Questi aspetti spettacolari sono però secondari e non si riscontrano sempre, ma solo in alcuni contesti territoriali e culturali. Nella forma classica che potremmo anche chiamare più pura dello Sciamanesimo, lo Sciamano ha due funzioni essenziali. La prima e più importante è di esercitare la mediazione tra gli spiriti e il mondo umano. La seconda, far sentire il suo intervento benefico a favore degli uomini, innanzitutto per guarirli dalle malattie o almeno addolcire il dolore; ma anche per aprire un varco sull’avvenire. Tutto questo lo Sciamano può perché si avvale della potenza degli spiriti buoni. È anche vero che gli spiriti cattivi cercano in ogni modo di impedire e di ostacolare le sue azioni finalizzate a guarire dalle malattie e a predire il futuro.
Si comprende dunque bene come lo Sciamanesimo metta insieme aspetti di magia con aspetti di religiosità e lo Sciamano sia per certi versi un mago e per altri un punto di riferimento per esigenze religiose delle persone che a lui si rivolgono. La distinzione precisa tra la dimensione magica e superstiziosa da una parte e quella religiosa dall’altra non è sempre facile da fare; anche perché nelle civiltà e nelle culture non ancora avanzate, magia e religione vengono spesso vissute insieme.
Sarà anche opportuna una osservazione di carattere generale. Lo Sciamanesimo prima di essere una pratica magico-religiosa propria di ben precisi ambienti geografici e legata a specifiche culture o civiltà, è un atteggiamento dello spirito umano che può rintracciarsi, almeno per alcuni elementi che lo caratterizzano, anche in contesti storico-religiosi che ufficialmente sono lontani dall’essere qualificati come Sciamanesimo. Non meraviglia quindi che alcuni studiosi abbiano individuato tracce sciamaniche in Pitagora e nel Pitagorismo, in Muhammad e nella setta musulmana dei Dervisci, come anche nel fenomeno delle streghe di un certo periodo del tardo Medioevo.
Che cosa si può dire del rapporto tra Cristianesimo e Sciamanesimo? Lo Sciamanesimo pone alcune istanze autentiche dell’animo umano. Principalmente due: l’uomo immerso nel mondo materiale sente di trovarsi in presenza e come immerso anche in un mondo o dimensione
ricorrono e il mondo dell’aldilà, degli spiriti e dei defunti. Questo mondo al quale si fa riferimento è piuttosto complesso. Nella prospettiva sciamanica esistono infatti spiriti delle piante, degli animali, come esistono i così detti “Spiriti custodi”; custodi di montagne, fiumi, boschi e di altri ambienti importanti della natura. Vi sono poi gli spiriti dei morti che per certi aspetti sono più importanti degli altri spiriti, e comunque poter stabilire un rapporto con essi è particolarmente ricercato dai vivi. Con tutti questi spiriti di natura diversa gli Sciamani sostengono e credono fermamente di essere in grado di mettersi in contatto. Il contatto non si verifica però in stato di normalità, ma solo se e quando lo Sciamano si trova in una specie di estasi, noi diremmo in “trance”, in una condizione estatica. Bisogna quindi creare le condizioni perché lo stato estatico si verifichi e per questo servono certamente particolari predisposizioni personali e condizioni interiori che solo alcuni hanno, e solo questi possono diventare sciamani; nell’atto dell’esercizio sciamanico sono anche molto utili, e a volte addirittura indispensabili, aiuti e mezzi esterni, come la danza, il suono particolare di determinati strumenti, specie il tamburo; non si esclude neppure il ricorso a sostanze stupefacenti. Raggiunto lo stato di
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