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formale della realtà, così che non esisterebbero solo cose e qualità, ma anche relazioni. Sullo stesso problema riflette Wittgenstein, il quale nega che la logica aggiunga qualcosa alla struttura della realtà, così che egli la considera solo analitica e la conoscenza si rivela soprattutto empirica. Strumento essenziale diventa il linguaggio, che valecomel’espressionestessadellarealtà,inmodo tale che le relazioni linguistiche vengono fatte coincidere con le relazioni che sussistono tra gli elementi della realtà e l’analisi del linguaggio viene progressivamente fatta coincidere con l’analisi della realtà.
Particolarmentesignificativarisultalaposizione di Carnap, il quale ne La costruzione logica del mondo[9] mette in evidenza in forma paradigmaticailruolocostitutivochehalarelazione nella configurazione di quel sistema dei concetti della conoscenza (Konstitutionssystem), che deve valere come una ricostruzione razionale dell’intera impalcatura della realtà. Il “dato vissuto” e non ancoraelaboratosireggesuunastrutturafattadi relazioni fondamentali (Grundrelationen), le quali fungono da “postulazioni d’ordinamento” del sistema.
L’impostazione di Carnap può venire considerataclassica,perlaragionechelerelazioni fondamentaliassumonoilcaratteredicategorie generali del processo conoscitivo, senza tuttavia che ad esse venga attribuito quel valore ontologico che caratterizzava l’impostazione russelliana. Per Carnap la relazione costituisce la struttura logica del linguaggio, svincolata da ogni riferimento ontologico e considerata non di meno nella sua strumentalità costruttiva.
Da un lato, quindi, Carnap tende a risolvere l’oggetto nel campo che lo determina, in modo tale	che	la	“descrizione qualitativa” (Eigenschaftsbeschreibung) viene sostituita dalla	“descrizione relazionale” (Beziehungsbeschreibung); dall’altro, non può eliminare il riferimento al dato inteso nella sua immediatezza, cioè a quei “dati vissuti” (Erlebnismässigen) che fungono da fondamenti oggettivi del sistema.
Il punto cruciale, al di là della differenti impostazioni, è il seguente: il concetto di relazione risulta il fondamento della concezione scientifica del mondo. E tuttavia, di questo concetto noi abbiamocercatodimettereinevidenzaillimitedi validità, affinché potesse mergere con forza la necessità di un ulteriore livello. La struttura razionale del mondo mette capo all’esigenza di una ragione non più solo formale, ma trascendentale. Di una ragione,cioè,cheesprimafinoinfondol’esigenza metafisica di un fondamento autentico, dell’intero inteso come assoluto, quell’intero del quale il “qi” incessantemente spinge alla ricerca.
La necessità di questo livello, che sia ulteriore rispetto a quello nel quale opera il concetto inteso ancora in senso formale, cioè come sintesi, deve risultare in tutta la sua evidenza. Con questo intendimento, approfondiamo dunque l’indagine.
12.	Qualità e quantità
Per svolgere il compito, muoviamo da questa considerazione: ogni cosa si distingue da un'altra in quanto è in sé una qualità, e tuttavia la qualità può venire determinata solo in relazione ad un'altra,
cioè solo mediante la comparazione e la distinzione.
Lo status è complesso: se non venisse postulata la qualità in sé, allora la cosa non esisterebbe (l'identità non si porrebbe) e non potrebbe esistere la differenza con le altre cose. Da questo punto di vista la differenza poggia sull'identità, perché la cosasidifferenziasoloinvirtùdellasuaidentità intrinseca. Da un altro punto di vista, però, senza la relazione, ossia senza la differenza, l'identità non può venire determinata, giacché de-terminare significa lasciar operare un limite, una relazione.
Si potrebbe così sintetizzare: se la cosa non è, nonsidifferenzia;masenonsidifferenzia,nonsi determina. Con che, il determinarsi della cosa non risolve in sé il suo “essere cosa”, ma anzi lo richiede come fondamento,comecondizionediintelligibilità.
Eravamo già pervenuti a questa conclusione, ma è necessario ribadirla per la sua importanza e per il ruolo che essa riveste nel passaggio dall’ordine del conoscere formale, che coincide con il conoscerescientifico,all’ordinedelfondamento:è necessario pensare l'identità in un senso che consenta il suo emergere oltre la modalità ordinaria, che la assume in forma determinata.
L'identità, intesa in senso non ordinario, cioè nonformale,costituisceunanecessitàteoretica,un prerequisitoinnegabile,senzadelqualenonrisulta intelligibile la stessa identità formale (l’identità determinata descritta dall’esperienza sensibile e dal conoscere concettuale che ancora poggia sul primato della forma) e non risulta intelligibile neanche la differenza, né la relazione che le costituisce entrambe.
Comprendiamo bene che vi possano essere resistenze ad accettare l'idea di una qualità (identità) che non sia determinata e che, pertanto, debba avere un valore “metafisico” più che “fisico”. Ciò nonostante non vediamo come si possa evitare di richiedere un tale fondamento, senza cadere in un circolo vizioso, per il quale l’identità formale (o determinata) rinvia alla differenza e la differenza all’identità, senza che l’una possa fondare l’altra, non essendo in grado di fondare se stessa.
Le perplessità nascono dal fatto che, allorché si parla di una qualità che emerge oltre l’ordine dei determinati, non si può non intenderla nel senso che compete all’assoluto, poiché solo l’assoluto è effettivamente oltre la relazione, oltre la differenza,oltreillimite.Etuttavia,lanecessitàdi richiedere un’emergenza del qualitativo, che venga intesa in questo senso, a noi pare un punto irrinunciabile per ogni ragione che intenda valere come speculativa, e non come meramente strumentale o pragmatica.
Per cercare di superare le resistenze, per loro natura solo psicologiche, e le perplessità, legate ad un universo culturale che vive con sempre maggiore insofferenza ogni ricerca di tipo speculativo, rileviamo che	le proprietà, che vengono attribuite a (predicate di) una cosa, non possono non richiedere l’essere della cosa come condizione di intelligibilità della stessa attribuzione, così che, se la cosa non fosse a prescindere dalle sue proprietà, queste non potrebbero più venire definite “sue”, venendo meno ciò a cui vengono riferite.
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DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA inverno 2015


































































































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