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altra cosa simile, che con l’istesse bacchette si possa spiccare. E di nessuna guisa appare coltello nessuno nella tavola. Il loro bevere sempre è cosa molto calda, anco nel mezzo della state, o sia quella loro decottione di cià, o vino, o altre cose liquide; che pare cosa molto utile alla sanità. Per questo vivono molti anni di vita, e sino a settanta e ottanta anni sono assai più robusti che i nostri; e da qui anco penso viene che loro non hanno il male della pietra o di arenella, come hanno sì soventemente i nostri Europei, che sempre bevono cose fredde. Dunque,volendoinvitarealcuniaconvitosolenne, il giorno inanzi, o anco molti giorni prima, gli mandano un libretto di invito di quei che di sopra dicessimo, nel quale, scrivendo il suo nome e con puoche parole eleganti e di molta cortesia, dicono «avere apparecchiato un mangiar leggiero di foglia,elavatiibichieri,perinvitaretalgiorno,a tal hora (che ordinariamente è di notte), in tal luogo, a Sua Signoria per udire la sua bella doctrinaetimpararequalchecosa,priegandologli vogli fare quello favore». Dipoi, in un taglio di carta roscia, scrivono il nome grande di quello che invita con molti titoli, conforme alla qualità della persona. E questo fanno a ciascheduno degli invitati.
L’istesso giorno del convito, per la mattina, tornano a mandare un altro libro dell’istessa foggia, ma non dicono altro che priegar che va presto; et all’hora destinata mandano il 3° che chiamano de ire all’incontro all’invitato.
Arrivati al luogo e fatta la solita cortesia, si
pongonoasederenellasala,ebevonoprimailcià; e dipoi vanno al luogo del convito, che suole essere molto bene adornato, non con spalliere, di che loro non usano, ma di molti quadri di pinture, cocci di fiori, et altri vasi, e cose antique. Ad ognuno si dà una tavola di un braccio e mezzo in lunghezza ed un braccio in larghezza, et alle volte sonoduetavoleunaavantiall’altra,edifuoracon
un paramento assai bello, come de’ nostri altari. Le sedie anco sono molto belle, inverniciate et indorate, con varij lavori, intagliate, e pinte di tutti colori; anzi tutte queste sale sogliono avere tutti questi simili lavori e pinture molto belle.
Stando dunque tutti in piedi, il padrone di casa piglia una tazzetta, che suole essere di argento, o oro, o pietra molto pretiosa, sopra del tonno della stessa materia o altra cosa galante, e con il vino. E invitando quello che ha da stare nel primo luogo, fanno con esso lui una inclinatione molto funda. Dipoi il padrone di casa esce fuora della porta al cortile,e,facendoprimaunainclinationeversola parte del mezzogiorno, offrisce quella tazzetta di vino al Signore del cielo, riversando in terra tutto quello vino e facendo un’altra inclinatione.
Dipoi entra dentro, e, pigliando un’altra tazzetta divino,faunainclinationealdettoforastiero,che hadastarenelprimoluogo;edipoisenevacon esso lui alla sua tavola che sta nel mezzo, e nella parte più lunga di essa, che è qua la principale (contrarioanoichefacciamoilmigliorenelcapo di essa), pone nel mezzo la tazzetta sopre del tonnetto con due mani con molta veneratione. Dipoi si fa dare le due bacchette, che sogliono essere di avolio, o di ebano, o altra cosa dura e netta, coperte di argento o oro, e le pone al lato della tazzetta; dipoi piglia la sedia e la acconcia molto dritta, nettandola con le sue proprie maniche, e dipoi, ritornando un’altra volta nel mezzo della sala, fanno un’altra inclinatione insieme.
L’istesso fa a quello del 2° luogo, che in questo regno è la mano sinistra, et a quello del 3°, che è alla destra, e di mano in mano sino all’ultimo. Nel fine, quello che ha da tenere il 1° luogo, piglia dal servitore con le sue mani la tazzetta, nella quale ha da bere il padrone di casa, con il suo tonnetto, e, facendosi gettar vino, fa insieme con tutti gli altri una inclinatione col detto padrone di casa, e pone la tazzetta col tonnetto nella tavola sua, che sta con le spalle al mezzogiorno, et alla porta di rimpetto dalla prima tavola; et, insieme con le bacchette da mangiare e la sedia, acconcia tutto all’istesso modo che il padrone di casa fece a lui et a tutti gli altri. E dipoi tutti gli altri invitati per ordine vanno a toccare con due mani, come acconciando meglio la tazzetta, le bacchette e la sedia, stando sempre ad un lato il padrone di casa con le mani unite et alquanto inclinato, recusando questa cortesia e dando gratie ad uno ad uno. Conciosiacosache i Cinesi niente tocchino con le mani di quello che mangiano; né al porsi a tavola, né al fine del convito, mai lavano le mani.
Fatto questo, tutti insieme fanno una inclinatione al padrone di casa, et altre fra di sé i forastieri, e si pongono alla tavola. Il padrone di casa è il primo, tutte le volte che si beve, che pigliando con due mani il suo tonno con la tazzetta di vino, la alza e dipoi abassa convitando tutti a bevere; e tutti, facendolostessoinsiemeversoilpadronedicasa, bevono sorso a sorso, tanto che molte volte per finire quella tazzetta la pongono quattro e cinque volte alla bocca; e mai loro bevono niente al nostro modo in un fiato tutto il vino del bicchiere, né altra cosa, se bene fusse acqua.
Finito di bere vengono a puoco a puoco le vivande.Etaciaschedunacosailpadronedicasa è il primo che alza le bacchette, pigliate con
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