Page 57 - finale 10
P. 57
Psiche, cervello e natura umana, le influenze dei paradigmi neurobiologici contemporanei sulle prospettive della medicina integrata
Francesco Bottaccioli*
La psiche è parte integrante del meta-sistema uomo. È il prodotto dell’organizzazione biologica e, ad un tempo, è una fondamentale fonte di condizionamento della stessa. Occorre cogliere appieno questo intreccio inestricabile tra livello biologico e livello psicologico, perché se lo perdiamo, a mio parere, abbiamo di fronte a noi due derive: quella biologista e quella soggettivista idealista. Chi in sostanza considera la psiche nient’altro che sinonimo di cervello e chi, dall’altro lato, ricicla il vecchio concetto metafisico di Anima o Spirito. In questo terreno incerto del soggettivismo convergono singolarmente approcci ultrameccanicisti come quelli del matematico inglese Penrose (che propone di ridurre la coscienza “a un processo fisico di base rappresentato dai microtubuli” - che sono microscopiche strutture cellulari deputate al trasporto molecolare) e approcci francamente idealistici imperniati sull’Anima o Spirito come tertium immateriale tra psiche e corpo, che tra l’altro hanno il grave torto di dare dignità culturale al riciclaggio di pratiche terapeutiche senza fondamento: dai pendolini alle cure a distanza tramite le fotografia, fino alle invenzioni di meravigliose macchine di “riprogrammazione energetica”. Le riflessioni che qui propongo, e che ho sviluppato ampiamente anche in un mio recente lavoro (2014), su cui quest’articolo si basa, hanno lo scopo di tracciare una strada per la definizione
di un solido e scientificamente avanzato modello di medicina e di cura integrata.
Nell’Oriente e nell’Occidente antico, l’uomo era intero Prima dell’era cristiana, per limitare l’analisi all’Occidente, l’essere umano era visto, dalla grande maggioranza dei filosofi e dei medici greci e latini, in modo unitario, senza per questo negare la centralità della dimensione psichica e culturale in genere, anzi assegnando ad essa un posto di grande rilievo anche ai fini del mantenimento e del ristabilimento della salute, cosa che del resto avveniva, nella stessa epoca, anche in Cina (Bottaccioli 2010).
Con l’imporsi della filosofia e della religione cristiana, il paradigma dominante fino alla metà del XIX secolo, è stato di tipo dualistico che, a partire dal XVII secolo, ha assunto la forma del dualismo cartesiano. Negli ultimi 170 anni, il paradigma dominante è di tipo monista riduzionista materialistico. Le forme che ha assunto sono varie e differenti nel corso dei secoli: in particolare nel Novecento, stando alla classificazione di John Searle (2005, p. 68), si è manifestato come comportamentismo, fisicalismo, funzionalismo classico e computazionale (o intelligenza artificiale forte) fino alle forme contemporanee di tipo “identitario” (eventi mentali ed eventi neurali sono identici) ed “eliminativistico” (i fatti mentali non esistono, esistono solo quelli cerebrali). Al di là delle
* Direzione
Master II Livello in “Pnei e Scienza della cura integrata”, Università dell’Aquila. Società Italiana di Psico-neuro- endocrino- immunologia, Roma
RICERCA
DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA estate 2014

