Page 50 - finale 10
P. 50
Di tutti gli addottorati nello stesso anno et offitij, patria, parenti, salire et essere abbassati a altro offitio sino alla morte di ciascheduno di loro, si stampa un altro libro, il quale ogn’anno si rinova et si ristampa di novo, dove si vede l’istoria di ogn’uno di questi dottori.
Questo modo di dar gradi di licentiato e di dottore si usa anco negli stessi anni ai soldati, con gli stessi nomi di chiugin e di zinsu, e negli stessi luoghi; cioè il grado di licentiato nella metropoli, e quello di dottore in Pacchino, in un altro mese diverso. Ma, come in questo regno vagliono puoco le armi, e le arte militare è sì puoco stimata, si fa con tanto manco solennità, e si dà a sì puoca gente, che pare una compassione.
Gli esami che si fanno sono tre. Nel primo, correndo a cavallo con arco, tirano nove freccie a tre bersagli, che stanno posti in una banda del corso. Nel secondo tirano a piè fitto altre nove freccie. E quei che almanco con quattro a cavallo e due a piè toccano il fitto, entrano nel terzo essame, nel quale si dà un tema di cose di guerra, sopra del quale scrivono un discorso. E dipoi i giudici et essaminatori conferiscono tutti questi tre essami. Et in ogni provincia dànno il grado di licentiato in arme intorno a cinquanta persone; e l’anno dei dottori dànno in Pacchino il grado di dottore in arme a cento persone scielte per essame tra i licentiati di tutte le quindeci provincie. I licentiati puoco montano; i dottori, con qualche puoco favore e buona copia di danari, conseguiscano qualche buona capitania.
Sì i dottori e licentiati di lettere come di arme, pongono sempre nelle loro porte un titolo di lettera molto grande, (con) che significano il grado che ànno conseguito, per honore della loro casata. È anco da notare che tutti i presidenti, essaminatori e giudici di questi essami, non solo delle lettere, ma anco della matematica, medicina, e delle armi, sono magistrati del grado di letterati, e non entra nessun matematico, né medico, né capitano de’ soldati, cosa assai nova ai nostri. Per dove si vede il credito che hanno in questo regno i letterati, che certo, pare a loro, che un letterato può dar buon giudicio di tutte le cose, anco di quelle che mai professò.
DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA estate 2014


































































































   48   49   50   51   52