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4. Dati sperimentali
A sostegno di quanto detto fino ad ora, riportiamo ora alcuni dati relativi al protocollo ArmoniosaMente applicato presso l’Unità Operativa di Psicologia Ospedaliera del Dipartimento Oncologico dell’Ospedale Bellaria di Bologna.
Sono stati presi in considerazione otto gruppi di pazienti, per un totale di 69 donne, con neoplasia alla mammella, in trattamento presso l’Ospedale Bellaria e che hanno partecipato ad Armoniosamente tra Settembre 2010 e Settembre 2013.
Tutti i gruppi hanno seguito lo stesso protocollo (un primo incontro introduttivo con lo psicologo, sei incontri formativi di educazione alla salute con vari medici, quattro incontri sulla meditazione con lo psicologo e somministrazione del POMS). Però, mentre in tre gruppi su otto il test ed il re-test sono stati somministrati rispettivamente nel primo e nell’ultimo incontro di meditazione, nei restanti cinque gruppi il test è stato somministrato all’ultimo incontro di meditazione ed al primo incontro di richiamo, quindi a distanza di un mese dalla fine del protocollo.
Innanzitutto va sottolineato come, aldilà della somministrazione del test, già a conclusione della prima parte, si sia verificato un aumento della fiducia nelle cure, un aumento della speranza nei confronti della guarigione e come sia diminuita di molto quella sensazione di spaesamento dovuta principalmente alla scarsità di informazioni ed alla poca chiarezza rispetto a quello che si sta facendo o che si dovrà fare. Superata la fase iniziale, poi, si sono iniziati a sperimentare anche i primi legami interni al gruppo, che innescano sempre nelle pazienti un forte senso di appartenenza e che danno grande sollievo, interrompendo quel senso di isolamento, percepito da loro fino a poco tempo prima.
Tab. 1 Miglioramento significativo dei singoli fattori POMS
Dopo questa prima fase, i risultati ottenuti nei gruppi presi in considerazione possono essere così classificati: un aumento della fiducia verso le cure mediche; un aumento del senso di controllo sulla malattia; una diminuzione del senso di confusione e di smarrimento; un rafforzamento della speranza nei confronti della guarigione.
Per quanto riguarda la seconda parte, in cui è stato somministrato il POMS, ci sembra che possa essere utile riportare nello specifico anche qualche dato numerico, così da mettere meglio a fuoco che cosa accade realmente alla pazienti durante tutto il percorso. La somministrazione del POMS ci ha permesso di analizzare che cosa si modifica nelle pazienti per ognuno dei sei fattori che lo compongono, ovvero quelli relativi a: tensione, depressione, aggressività, vitalità, stanchezza e confusione.
Contando che il campione è composto da 69 donne in totale, è emerso che: il fattore “tensione- ansia” è migliorato in 27 donne, così come anche il fattore “depressione-avvilimento” ed il fattore “aggressività-rabbia”; il fattore “vigore-attività” è migliorato in 15 pazienti; il fattore “confusione- sconcerto” è migliorato in 21 pazienti ed infine il fattore “stanchezza-indolenza” è migliorato in 26 pazienti. In tutti i casi appena citati si è verificata una modificazione significativa in positivo del fattore considerato.
(Vedi tab. 1 e tab.2)
Va notato poi che in 18 pazienti su 69 non sono avvenute modifiche in nessuno dei sei fattori del POMS e che, nella maggioranza dei casi, i fattori che non hanno subìto miglioramenti significativi sono rimasti stabili su valori già medio -bassi in partenza.
Come si può notare dalla tabella, il fattore “vigore-attività” è quello che è migliorato nel minor numero di donne e che, più frequentemente rispetto ad altri fattori, ha subito anche lievi peggioramenti in alcuni casi. La spiegazione attribuita a questo dato è stata che le pazienti che partecipano ad ArmoniosaMente di solito sono ancora nel pieno del loro faticoso iter terapeutico e questo incide negativamente sulla loro vigore.
Va inoltre specificato che gli esiti che si sono verificati sono esiti eterogenei, poiché non tutte le pazienti sono sempre costanti nella pratica meditativa. Di media, infatti, per ogni gruppo
composto da 14 pazienti almeno 3 o 4 persone non praticano la meditazione in modo costante, come suggerito.
Rimanendo su un piano più generale si può comunque affermare che, rispetto alle pratiche di meditazione, le pazienti si sono mostrate molto motivate ma soprattutto curiose di apprendere delle tecniche che possono utilizzare
DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA estate 2014

