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dell’uomo che accade nello spazio e nel tempo ben definiti della sua vita.
Figura 5. Ideogramma xin-cuore
L’ideogramma del cuore invece stilizza con pochi tratti l’organo che – come sappiamo dall’anatomia – presenta delle aperture in alto (quelle delle arterie e delle vene) e delle cavità vuote all’interno (atri e ventricoli): infatti è vuoto all’interno ed aperto in alto.
La conclusione dell’analisi contestuale di questi due ideogrammi è che lo shen è un influsso “celeste” che scende ad informare la vita dell’uomo attraverso il cuore “aperto in alto” e si ancora al sangue che circola liberamente nel cuore stesso perché esso possa rimanere “vuoto all’interno”.
Il “vuoto del cuore” è la condizione essenziale per la circolazione del sangue. Questo fenomeno è vero in senso biomedico: infatti sia nelle stenosi come nelle insufficienze valvolari il cuore soffre dell’incapacità di vuotarsi adeguatamente.
Secondo il pensiero cinese il vuoto del cuore è la conditio sine qua non anche per un corretto equilibrio mentale perché se il cuore fosse pieno anche lo shen non potrebbe discendere da cielo per essere accolto nel sangue ed illuminare la vita dell’uomo. Ciò accade quando la bramosia, il desiderio sfrenato di emozioni, sentimenti, oggetti, affetti, situazioni, persone riempiono così tanto il cuore da impedire a nuove sensazioni e percezioni di discendere e alloggiare nel “sangue del cuore”. Occorre allora “fare il vuoto del cuore” per distaccarsi da queste situazioni che, ostacolando la circolazione del sangue, determinano l’impossibilità di entrare in contatto vero e pieno con il reale che ci circonda. In questo consiste lo stato di salute che è poi quello della saggezza, questo è il vero fine della vita.
In Cina si afferma che il cuore, nel suo rapporto col mentale, deve essere come uno specchio che tutto riflette ma a cui nulla si “attacca”, che dunque entra liberamente in contatto col tutto il reale perché non è mai “pieno”. Si dice ancora che il cuore deve essere vuoto come il letto di un fiume in cui l’acqua che sta a monte può discendere e circolare perché l’acqua a valle ha liberato lo spazio appena riempito dal suo flusso. Per concludere ancora due notazioni.
La prima riguarda la percezione psicosomatica dell’uomo in medicina cinese. Ho già affermato che ogni movimento è collegato ad un organo, viscere, organo di senso, tessuto ecc: Conseguentemente il disturbo mentale che si creasse all’interno del movimento si ripercuote automaticamente sulle sue “corrispondenze” organiche. La medicina cinese è dunque
“naturalmente” psicosomatica perché non si è mai posta il dilemma di separare psiche e soma che osserva costantemente nelle loro continue ed incessanti sinergie.
Il secondo aspetto che qui accenno semplicemente è che ogni movimento si correla fisiologicamente ad un certo aspetto mentale (shen, hun, po, yi e zhi) che può essere alterato da sentimenti ed emozioni patologiche che i cinesi classificano attraverso alcuni semplici termini.
Al legno corrisponde la collera, al fuoco l’ipereccitazione metale, al metallo la tristezza, alla terra le preoccupazioni ed all’acqua la paura. Le emozioni sono concepite come delle esaltazioni delle caratteristiche psichiche di ogni movimento che sono sicuramente utili per armonizzare il mentale relazionandolo con le fasi della trasformazione yin-yang, ma diventano dannose, se sono eccessive, esasperate e quindi patologiche.
Il legno ha il compito di far nascere, salire, portare all’esterno; la collera è l’esasperazione patologica di questi aspetti che esplode alterando la capacità di autocontrollo ed imprimendo al qi un movimento violento di risalita che si esprime con l’aumento pressorio ed il rossore congestionato del volto. All’incontrario il metallo ha il compito concludere il ciclo vitale, di interiorizzare e la tristezza è il sentimento che porta all’interno così tanto da impedire all’individuo che la prova di uscire da sé. Inoltre la tristezza infatti consuma il qi, tanto è vero che questi pazienti sono spesso astenici ed abulici. Il fuoco rappresenta la massima dinamizzazione e contemporaneamente, la discriminazione che viene alterata dalla ipereccitazione mentale sfrenata che disperde il qi impedendo di esercitare la propria capacità critica e sfociando nei casi gravi in comportamenti maniacali. Talvolta si trova nei testi che al fuoco corrisponde la gioia, si tratta di una traduzione erronea, i cinesi intendono invece lo stato di eccessiva eccitazione. L’acqua è correlata al volere, alla determinazione, alla concretizzazione in gesti concreti e la paura è il sentimento che blocca la volontà: peggio ancora il terrore. Queste due emozioni fanno discendere il qi tanto è vero che spesso si accompagna a sintomi di discesa come diarrea e poliuria. Da ultimo la terra è correlata al pensiero ed alla riflessione che vengono bloccati dalle preoccupazioni che rendono il pensiero ossessivo sull’oggetto delle preoccupazioni stesse e dunque incapace di svolgersi perché continuamente ritorna sui suoi passi e si annoda su se stesso legando il qi. Dal momento che negli ultimi paragrafi abbiamo frequentemente utilizzato il termine qi è bene darne un spiegazione seppur sintetica. Il qi è il risultato dell’interazione yin-yang e viene spesso tradotto erroneamente con la parola “energia” ma in realtà l’analisi del suo ideogramma dimostra che esso contiene un aspetto energetico che è ben presente nel termine energia, ma anche uno materiale che invece purtroppo viene sottaciuto.
DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA estate 2014

