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Reflessologia ed emozioni: inverno, l’emozione paura
Paolo G. Bianchi*
“È normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.
(Paolo Borsellino)
“L'unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”. (Franklin Delano Roosevelt)
“La paura è sempre inclinata a veder le cose più brutte di quel che sono”. (Tito Livio)
“Ci sono tanta superstizione e ipocrisia in giro che si ha paura anche di agire rettamente. Ma se si dà spazio alla paura, si finisce col dovere reprimere anche la verità. La regola d'oro è di agire senza paura in ciò che si ritiene giusto”.
(Gandhi)
Inverno: culti per vincere le tenebre
“Coloro che si limitano a studiare e a trattare gli effetti di una malattia sono come le persone che si immaginano di poter mandare via l’inverno spazzando la neve sulla soglia della loro porta. Non è la neve che causa l’inverno, ma l’inverno che causa la neve”.
(Paracelso)
L’inverno si presenta con una drastica diminuzione delle ore di luce, un sole più velato e una temperatura più rigida. Tutti elementi che spingono l’uomo a rinchiudersi e, a imitazione degli animali, a rintanarsi ricercando calore
soprattutto tra gli affetti domestici. Non è un caso che alcune delle festività più importanti per varie religioni si svolgano proprio in questa stagione. Le tradizioni collegate alla rinascita del sole sono molto antiche. Queste vogliono che il sole dopo aver raggiunto il punto del massimo declino, e cioè la sua fase più debole per luce e calore, dal 22 al 24 dicembre, si fermasse in cielo (“solstitium” significa sole fermo) per riprendere subito dopo il suo cammino verso l'alto, ogni giorno di più, fino al solstizio d'estate dove invece si verifica il fenomeno inverso.
Fin dalla preistoria, il fenomeno del solstizio d’inverno impressionava gli uomini che, molto probabilmente, a fronte della diminuzione di luce e calore, temevano lo spegnersi del sole. Di qui i festeggiamenti propiziatori per il suo risorgere. Qualche millennio prima dell'apparizione della cometa citata nei Vangeli, gli uomini celebravano la mezzanotte del 25 dicembre come un momento misterioso, carico di energie particolari e quindi importante per riaccendere la speranza negli uomini tramite santificazioni.
I Germani celebravano i dodici giorni che precedevano il solstizio d'inverno come il momento della rinascita della vita con la festa di Yule collegata al culto di Odino. Per i Celti il solstizio d’inverno cadeva tra la lunazione di Dumannios ("Tempo delle Profonde Tenebre") e Riuros ("Tempo del Freddo"): nei loro riti le forze naturali legate al ghiaccio e al gelo venivano considerate come generatrici di vita e, di conseguenza, la morte, più evidente e presente nella stagione fredda, era un equilibratore naturale indispensabile per il ritorno della vita.
*Esperto in processi formativi, counseling, counseling olistico e discipline bionaturali, (praticante di kenjutsu – katori shinto ryu e jaido – hoky ryu presso lo Zanshin Dojo di Milano). www.formazionez ero.blogspot.com
Nanjing, sulla scalinata, del Mausoleo di Sun Yat-sen aprile 1983 L. Sotte
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