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realtà. Il Vuoto del Cuore è perciò la condizione per aumentare la nostra percezione cosciente, libera da vizi e pregiudizi: è quella condizione libera dal passato e dal futuro che permette di vivere la pienezza dell’hic et nunc.”
Tre sono i termini che ricorrono continuamente nei testi classici per designare ciò che deve concorrere a mantenere questo Vuoto: wu yu , Senza Desiderio, wu zhi, Senza Conoscenza e wu wei , Senza Azione.
Il Cuore deve restare «senza desiderio» [...] desiderio è il desiderio naturale, è la vita che vuole vivere.
Il Senza Desiderio è non restare attaccati all’oggetto del desiderio. Il desiderio viene, non lo si asseconda e questo permette ad altri desideri di venire. Allora si desidera e si resta Senza Desiderio.
Dunque il Vuoto del Cuore è osservare la regola del vivere Senza Desiderio: questa è la condizione di base per far affiorare il desiderio naturale della vita che vuole realizzarsi. Senza Desiderio è non attaccarsi agli oggetti del desiderio e mantenere il proprio «Cuore Vuoto» in modo da poter recepire e percepire tutti i desideri. Il «Vuoto del Cuore» permetta allo shen (il mentale, lo psichismo) di trovare un luogo adatto alla propria dimora. A questo proposito riportiamo un passaggio dello Xun Zi , capitolo XXI, che afferma: “Come può un uomo conoscere il dao (tao) ? Grazie al Cuore. Come può il Cuore conoscere? Grazie al Vuoto, perché il Vuoto non dirige verso le impressioni già tesaurizzate, ma verso ciò che deve essere ricevuto”.
Questo atteggiamento permette all’uomo la vera conoscenza, che non consiste per i taoisti nell’acquisizione di nozioni, ma al contrario nel «saper vivere» secondo un agire naturale che proprio perché naturale è una «conoscenza senza conoscenze».
Il «Non Agire»
La vita del cosmo è un flusso, uno scorrimento interminabile e ciclico fondato sul dao (tao) , che rappresenta il senso di questo flusso e contemporaneamente la Via da percorrere per adeguarsi a esso.
Il dao (tao) è il programma formativo di tutta la creazione come legge determinante di tutti i fenomeni naturali ed è anche la norma da rispettare per perseguire la salute e la felicità. Il dao (tao) è quindi la Via per arrivare alla conoscenza e anche il metodo da seguire per poter conoscere: è contemporaneamente un contenuto, cioè la conoscenza, e un evento dinamico di conoscenza, cioè la strada, la via, il percorso.
Il Taoismo è inoltre una filosofia basata su una sorta di «egoismo», inteso in senso positivo e conservatore, come un mezzo, cioè, che consente all’uomo di concentrarsi nel seguire la Via che porta alla felicità nel pieno compimento di sé attraverso il metodo del «Non Agire»: wu wei , cioè non interferire con il corso naturale delle cose, ma anzi assecondarlo.
La conoscenza del dao può essere raggiunta solo tramite una sorta di ascolto passivo, che si realizza quanto più è totale il silenzio che l’osservatore è in grado di produrre dentro di sé. Lao Zi sostiene
infatti che “Il dào segue le vie della Natura” e che l’uomo dovrebbe essere come l’acqua che costantemente si conforma a tutto quello che incontra. Per raggiungere questo scopo Lao Zi ci insegna che non bisogna perseguire gli interessi umani, che sono sempre dettati da impulsi personali spesso deleteri, bensì è indispensabile che l’uomo si concentri su una non attività di carattere ascetico, adeguandosi alle leggi naturali, conformandosi come microcosmo al corso del macrocosmo che lo circonda e lo comprende.
Nel Dao De Jing si legge: “Ci sono quattro fenomeni grandiosi nell’universo; il genere umano è uno di questi. Il genere umano segue le vie della Terra. La Terra segue le vie del Cielo. Il Cielo segue le vie del dao . Il dao segue le vie della Natura”.
Longevità, salute, sapienza e santità
Il Vuoto del Cuore e il Non Agire conducono al «Saper Fare», che consiste in un «Saper Essere» che da una parte conduce alla salute e dall’altra alla completa realizzazione di sé.
La visione taoista fa trasparire una sorta di consonanza tra salute e piena realizzazione di sé. Si realizza pienamente colui che perseguendo la Via riesce a fare silenzio all’interno del suo corpo per riuscire a coglierla pienamente e identificarsi con essa.
Nel capitolo I del Su Wen viene descritto il percorso che nei tempi antichi ha condotto gli uomini Autentici e quelli Assoluti all’immortalità.
Vengono poi citate altre due categorie di uomini, che realizzano nel presente la loro piena aspettativa di vita: i Sapienti, che arrivano al massimo della loro longevità e i Santi, che diventano centenari.
Attraverso queste due categorie viene descritto il lavoro che ogni uomo deve compiere su di sé per realizzare pienamente la sua salute e vivere compiutamente i giorni che il destino gli affida mediante il comportamento apparentemente «passivo» del Vuoto del Cuore e del Non Agire. Si tratta, come abbiamo già accennato, di seguire uno stile di vita che conduca all’eliminazione di tutti i rumori di fondo che disturbano la capacità di cogliere il possesso di sé, cioè la possibilità di adeguarsi al dao. Ciò accade contemporaneamente in senso fisico, psichico e spirituale, com’è ovvio per una medicina che non distingue le parti ma, al contrario, considera l’unità dell’individuo un postulato di base.
La Santità è un atteggiamento mentale e fisico di estremo rispetto di sé e di messa a frutto di tutti i propri carismi fondato sul Non Agire: si tratta di perseguire un agire autentico ed efficace, che è il contrario di quanto può apparire a prima vista l’espressione «Non Agire»: una sorta di rinuncia o di inattività. Non Agire è invece un Agire allo stesso modo e nello stesso senso della natura, assecondando il corso naturale. Ma per fare questo occorre eliminare ciò che ostacola l’ascolto vero del fluire naturale e anche il tumulto e la distrazione apportati dall’eccessiva stimolazione dei sensi.
Il capitolo XII del Dao De Jing affronta il rapporto tra iperstimolazione sensoriale e Santità: “I Cinque colori accecano l’occhio, le Cinque note assordano l’orecchio, i Cinque sapori guastano la bocca [...]. I Santi favorivano ventre e non occhio, rifiutavano l’esteriore e si attenevano a se stessi”.
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