Page 34 - Olos e Logos n°11
P. 34
Testimonianza
Carlo Moiraghi*
Uno è in carenza e uno è in eccesso. Differenza su differenza si rigenera il ciclo - significa: I cicli si succedono senza fine. Yang Xiong. Taixuenjing, 2° segno intercalare
Muoviamo da una notizia di pochi anni fa, un evento non molto raro ma molto chiaro. Il 22 agosto 2011 i telescopi astronomici hanno individuato una nuova stella nella galassia chiamata M 101, una supernova chiamata PFT 11kly. Il giorno prima non c’era e il giorno dopo invece si.
Da fine agosto è stata visibile anche con un normale binocolo un poco all’esterno di una delle ruote del Grande Carro, l’Orsa Maggiore, poi è svanita. Quel nuovo punto di luce nel firmamento indicava, ci assicurano, l’esplosione di un astro. Una stella nana bianca appartenente pare a un sistema binario si è dapprima condensata e concentrata sempre più risucchiando forse materia da una stella compagna finché, superato il limite di massa di stabilità, è esplosa. È avvenuto, ancora ci assicurano, a circa ventuno milioni di anni luce dalla terra, una distanza abbastanza piccola in termini celesti ma enorme in termini umani. Dato che l’anno luce, la distanza che la luce percorre nel corso di un anno, corrisponde a poco meno di diecimila miliardi di chilometri, ne deriva che in termini spaziali l’esplosione è avvenuta a poco più di duecento miliardi di chilometri dalla terra, mentre in termini temporali è avvenuta appunto ventuno milioni di anni fa. Dunque siamo stati testimoni di un evento appartenente ad un trapassato remoto terrestre, l’epoca del primo Miocene, lo stadio Aquitaniano, quando i dinosauri erano estinti da oltre quaranta milioni di anni e il pianeta era pressoché spoglio di grandi animali, popolato però da minuscoli esseri, gasteropodi e foraminiferi. Fra i primi, marini e
terrestri, molluschi e chiocciole e lumache e conchiglie, fra i secondi protozoi marini planctonici e betoniani, precisa l’enciclopedia. Durante quell’ancestro planetario dunque, ventuno milioni di anni fa, quando in una galassia lontana quella stella nana esplose, sulla terra non c’erano occhi in grado di vedere né cervelli capaci di annotare e memorizzare.
Nel tempo sarebbero venuti alla luce. Da quel vivere muto e minuto fu infatti la vita ad esplodere, era infatti in piena evoluzione, da sempre e per sempre lo è, ed elaborava lenta ma decisa una rivoluzione arcana e grandiosa, lunghissima marea di progressive differenziazioni e moltiplicazioni e sviluppi che da allora attraverso i quasi venti milioni di anni restanti del periodo miocenico avrebbe popolato il pianeta di vite sempre più simili alle odierne. In quell’arcaico remoto aquitaniano noi uomini eravamo ancora parecchio lontani dal nascere. Giungemmo alla vita solo quindici milioni di anni più tardi, sei milioni di anni fa come ominidi, due milioni e mezzo di anni fa come genere umano, a confronto delle datazioni precedenti praticamente ieri. Tutto questo dimostra ciò che già ben si sa, ogni notte il firmamento testimonia il passato, ce lo riporta splendente e ce lo racconta. Le stelle non mostrano ciò che è in realtà, lo stato delle cose celesti per come è, ma per come era, talune le vediamo ma non ci sono più mentre altre, come la supernova PFT 11kly che prima di fine agosto 2011 non vedevamo, esistevano da ben prima che la vita planetaria si facesse aquitaniana. Il firmamento è dunque lo specchio e il racconto celeste del tempo. Lo stesso accade in noi, da sempre infatti l’esterno si riflette nell’interno, anche nel cielo dentro di noi filogenesi e ontogenesi coincidono, cromosomi e
*Direttore ALMA Associazione Lombarda Medici Agopuntori
34
ECPUISLTEUMROALOGIA MEDICA
DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA autunno 2014


































































































   32   33   34   35   36