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La mindfulness è uno strumento di prevenzione primaria o secondaria?
Primi risultati di un intervento psicologico in un gruppo di soggetti sani Isidoro Annino* Yannick Hainaut** Elisa Ponzio***
Una serie di studi clinici ha da tempo dimostrato l’efficacia degli Interventi psicologici basati sulla piena coscienza (IBPC), la mindfulness degli anglosassoni, nella prevenzione delle ricadute depressive in pazienti in remissione da episodi depressivi maggiori ricorrenti, nel trattamento di turbe depressive croniche ricorrenti, delle turbe ansiose generalizzate, della bulimia, dello stress psicologico e del nervosismo, nonché del deficit di attenzione con iperattività. Un miglioramento della qualità della vita in risposta a questo tipo di interventi è stato osservato in soggetti affetti da dolore cronico, fibromialgia, cancro, e ancora nella riabilitazione cardiaca negli adulti e nei bambini ed adolescenti affetti da malattie croniche invalidanti. Nell’ambito di campioni non clinici, l’apprendimento della piena coscienza è associato ad una riduzione del livello di psicopatologia generale, ad una riduzione dell’intensità e della frequenza delle emozioni negative, ad una diminuzione del livello generale d’ansia.
Anche se i programmi di apprendimento della piena coscienza possono essere qualificati di intervento psicologico, la comunità scientifica è d’accordo oggi sul fatto che questo intervento non costituisce una forma di psicoterapia (1). Sebbene le terapie psicologiche dette di “terza generazione” riposino in gran parte sull’inclusione di esercizi di piena coscienza, i programmi di apprendimento esclusivamente basati sulla piena coscienza, cioè MBCT (Mindfulness-Based Cognitive Therapy) e MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction),
costituirebbero, secondo alcuni, prima di tutto degli interventi psicologici di prevenzione primaria e secondaria (2). In questo senso, meritano di essere citati tra gli altri : lo studio clinico controllato di Shapiro e coll. (3), che hanno valutato se le persone in possesso di livelli elevati di capacità di attenzione potessero beneficiare di un intervento di MBSR, mostrando che, rispetto ad un gruppo di controllo, soprattutto nei soggetti con maggiori livelli attenzionali di partenza, il trattamento ha degli effetti importanti su più aspetti, compreso l’aumento della capacità di attenzione, il benessere soggettivo e l’empatia misurata dopo 2 e 12 mesi dopo il trattamento; ancora, gli studi che hanno valutato gli effetti di IBPC su professionisti della sanità e gruppi di insegnanti per verificare l’eventuale abbattimento degli effetti dello stress e l’aumento del benessere soggettivo, hanno evidenziato un netto miglioramento della sensazione di rilassamento e della soddisfazione in rapporto alla vita, nonché una specifica tendenza ad una migliore capacità di gestione delle emozioni (4); infine, alcune metanalisi, come quella condotta da Grossman e coll. (5), hanno confermato che questo tipo di interventi è in grado di rinforzare le caratteristiche generali per far fronte agli stress della vita quotidiana ed alle turbe connesse con situazioni di stress grave. In realtà, allo stato, non sono molti gli studi sperimentali che hanno preso in considerazione gli effetti della Mindfulness nel campo della
*già Professore Ordinario di Igiene e docente di Promozione della salute, Università Politecnica Marche **Psicologa, Ipnoterapeuta, Istruttore certificato in Interventi Psicologici Basati sulla Piena Coscienza (IBPC) ***Dottore di Ricerca, Dipartimento di Scienze Biomediche e Sanità Pubblica,
Università Politecnica Marche
RICERCA CLINICA
DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA estate 2014


































































































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