Page 53 - Numero20-2_2017
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Cecità clandestina
a cura della redazione
«Una cosa è chiara da subito. I miei occhi non accettano regole e si chiudono quando vogliono loro. Per strada, di fronte alla televisione o al computer. Per poi riaprirsi quasi miracolosamente se devo cucinare o tagliarmi le unghie.
Ho pensato di presentare questo volume di Paola Emilia Cicerone attraverso alcuni brevi brani tratti dal testo che raccontano la sua esperienza.
La prima diagnosi, il disagio del rapporto medico-paziente, la difficoltà ad orientarsi tra i vari tentativi di terapia con la medicina convenzionale e quella complementare, l’approccio del disturbo con l’agopuntura.
Lucio Sotte
La cucina diventa anzi un’occasione di relax, tagliare a pezzetti le verdure o pulire l’insalata un momento di pausa in cui tutto sembra tornare alla normalità. D’altronde, gli occhi si riaprono anche quando mangio. E infatti, per regalarmi qualche ora al pc trascorro interi pomeriggi a masticare. Anzi, masticare e inghiottire: i miei occhi non si fanno ingannare, il chewing gum non basta e bere un sorso d’acqua non serve a niente, ci vogliono cibi solidi: pane, preferibilmente.»
Che cosa può fare una giornalista quando si accorge che non riesce più a tenere gli occhi aperti?
L’autrice racconta la sua esperienza con il blefarospasmo, un disturbo neurologico che nei casi più gravi è definito “cecità funzionale”, e per cui non esistono terapie risolutive.
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