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Se lo studio ha alcuni limiti metodologici dimostra una grande efficacia, quella che è possibile constatare ogni giorno sul piano clinico. Se infatti la fisioterapia e la corretta preparazione atletica consentono di ripristinare un tono muscolare armonico che non penalizzi alcuni distretti muscolari è indispensabile aggiungere tecniche che consentano un armonico reclutamento muscolare da parte del cervello anche nelle zone malate. In questo caso l’agopuntura consente di effettuare un riallineamento posturale che evita il ripetersi del sovraccarico e che, nel breve e medio termine, ottimizza il rendimento muscolare. In questo caso è necessario in particolare l’utilizzo dei meridiani curiosi che sono in grado di attivare una profonda riprogrammazione della persona sia in ambito fisico che psichico. Anche nell’atleta la postura è largamente determinata da attitudini e inclinazioni inconsce che sono strutturate fin dai primi stadi dell’apprendimento, che sono apprese dai genitori e che influenzano in maniera sincronica l’atteggiamento psichico verso la realtà e le sue difficoltà. È possibile inoltre migliorare lo stato di attivazione del corpo e l’attenzione, migliorare i parametri ematici e l’assetto immunitario. In un atleta professionista anche lieve miglioramento di questi parametri migliora significativamente il rendimento sportivo e consente il recupero della condizione fisica ottimale alla prestazione.
Effetti sulla prestazione atletica
L’agopuntura consente di migliorare molte fasi dell’allenamento e di migliorare la resistenza alla fatica e allo stress ossidativo. Interviene anche bilanciando l’attività del sistema nervoso autonomo migliorando la risposta psicologica e fisica allo stress. I numerosi viaggi, il cambio delle condizioni climatiche, la fatica e lo stress legato alla competizione possono influire sul rendimento in gara. Numerosi studi condotti su atleti confermano che è possibile influire sulla resistenza alla fatica e sulle capacità di sforzo massimale utilizzando delle semplici stimolazioni auricolari o transdermiche. Le analisi effettuate permettono di osservare delle variazioni nella risposta dell’atleta con una diminuzione del battito cardiaco, dell’acido lattico ematico e un aumento dell’ossigenazione. Vengono influenzati i livelli di immunoglobuline e la metabolizzazione dei radicali liberi. È possibile inoltre migliorare lo stato di attivazione del corpo e l’attenzione. In uno sportivo professionista anche una lieve variazione di questi parametri ha un impatto significativo sul rendimento sportivo e consente il recupero della condizione fisica ottimale alla prestazione. In una competizione internazionale dove i migliori atleti si sfidano le condizioni mentali e fisiche con cui la gara viene affrontata diventano determinanti per il successo e il suo utilizzo può essere di grande impatto.
Una medicina sicura
L’agopuntura è completamente priva di effetti collaterali e per questo è particolarmente gradita agli atleti che hanno la certezza che non avranno effetti indesiderati a breve o a lungo termine. Durante l’infortunio sono infatti sottoposti a molti trattamenti, riabilitativi, farmacologici, ortopedici. Sebbene gli effetti collaterali delle terapie siano da
sempre considerati secondari al raggiungimento dell’obiettivo sportivo in primo luogo dall’atleta stesso che vuole esprimersi al massimo delle sue potenzialità tuttavia la longevità agonistica dipende in gran parte dalla capacità di guarire in modo ottimale e si vogliono percorre tutte le strade che migliorino il recupero e la performance in modo fisiologico.
È quindi chiaro che l’utilizzo dell’agopuntura non può che diffondersi nella pratica sportiva agonistica ed è auspicabile che venga utilizzata anche nei settori giovanili, in età dove l’uso delle terapie farmacologiche ed ortopediche deve essere ridotto al minimo ma dove si determina il futuro dell’atleta. Dato che l’agonismo giovanile si sta diffondendo in modo esponenziale è necessario sviluppare trattamenti integrati che consentano di non avere esiti di disturbi osteoarticolari che si protraggano negli anni e influenzino il corso della vita.
Anche nella pratica sportiva non agonistica è importantissimo sviluppare modelli di trattamento che riducano l’uso di farmaci e migliorino il recupero. Nello sportivo non professionista infatti spesso i carichi di lavoro non sono studiati in modo sistematico rispetto alla dinamica posturale complessiva, alle possibilità fisiche, all’età del soggetto e si corre il rischio di incorrere in infortuni gravi. Lo sforzo per affrontare le competizioni comporta anche un ricorso a farmaci stimolanti se non anabolizzanti che minano la salute e spesso anche la vita sociale. Offrire l’alternativa di trattamenti assolutamente innocui e molto funzionali può ridurre l’accesso a questo tipo di farmaci nella popolazione generale. La medicina integrata nello Sport che punti a ridurre la tossicità dei trattamenti e a sviluppare le potenzialità agonistiche è ormai una realtà da vivere e sviluppare in ogni suo aspetto.
Bibliografia
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