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conseguitteroqualchegrandeoffitionelregno,e hebberoilprimoluogonegliessamididottoreo per altre occasioni, assai simili agli nostri archi trionfali,chesifannoaqueicheritornanoalla patria,trionfandodiqualchegrandevittoriadegli nemici.
Sogliono anco di tutte le cose buone che nel regno vi sono, come de’ pesci, frutte et cose artificiose, mandare ogni anno a Pacchino a presentare al Re ingrandeabondantiaeconmoltaspesa.Enelle Corti, dove il Re sta o stette alcun tempo, i magistrati vanno con molto puoco stato, non potendoandareinsedia,masoloacavallo,senon alcuni più grandi, e questi con sedia portata da quattropersone;usandomagistratiassaiinferiori di sedia, e alcuni di sedia portata da otto persone, fuori della Corte. Ogni anno ancora ne’ quattro tempi dell’anno con grande solennità i magistrati delleCortifannocerteofferteecirimonieagliRe e Regine morte al loro seppulcro, specialmente al primo Re che guadagnò il regno, che è adesso Humvu, apparecchiandosi molti giorni inanzi con degiuni e ferie delle cose del palazzo e de’ giudicij.
Doppo il loro Re, tengono grande rispetto ai mandarini della loro città, sì nel parlare come nelle visite al suo palazzo; alle quali non ardiscono hiresenonqueichetengonoqualcheoffitioo grado, o forno già magistrati in altre parti; i quali, ritornati alle loro patrie, anco quelli che per suoi delitti persero gli officij, tengono le stesse vesti del loro offitio. E tutti i magistrati gli fanno honore et anco pagano la visita, facendo assai favori, specialmentequeichefornograduatiethebbero officij gravi.
Quando i magistrati della città lo fanno bene, giudicando rettamente e fanno qualche grande beneficio al popolo, quando dipoi partono per ire ad altro offitio o per altre cause, gli danno molti presenti e gli chiedono i loro stivali, che sono anco parte del vestito del suo offitio, per restare quivi per memoria, e dipoi gli conservano in luogo publico,postidentrodicertecassetteconferratee con lettere di varie lodi che gli danno. Ad altri che furnopiùinsignipongonounagrandepietraanco in luoghi pubblici, dove con molto bella compositione scolpono tutti i beni che fece a quellaterra.Etadalcuniancofannotempimolto suntuosi, con uno altare dove pongono la sua statua, fatta molto al vivo, e dando una rendita ad alcuni huomini di accendergli candele e porgli profuminegligrandiincenseri,chehannoposti,di ferroedibronzo,avantil’altare,comefannoanco ai loro idoli, con varie pietre dove stanno scolpiti leloroopre,fatteperilbenpubblicodiquelle città. Et in certi tempi dell’anno vanno i cittadini e persone gravi a fargli le loro acustumate genuflessioni, et ad alcuni offriscono cose di mangiare e fanno altre cerimonie. E di questi tempi stanno piene le città, perché sono molti che li pretendono, e per via di suoi amici fanno che la cittàglifaccisimilifavori,sebenenonnesiano tanto meritevoli.
Tutti i loro libri si impiegano in essortare i figliuoli alla obedientia e rispetto del padre e della madre e di suoi magiori; per questo nell’esteriore pare che nessun regno del mondo arriva a loro in questa observanza. Tra le altre cerimonie che si usa in
questepartia’maggiorièsemprenelsedereporsi gliinferioriallatodeglimagiori,enonnellastessa parte, e molto manco dirimpetto. Questo osservanomoltoapuntinoconsuopadreemadre, eavantiaglialtriparlanoconognirispetto;ei poveri sostentano con le loro fatiche sino alla morte.
Ma in quello che pongono più studio, e sonno diversidallealtrenationi,ènelvestirelutto,efare l’esequie doppo la loro morte, comprargli buon cassone, e far bello seppolcro quelli che hanno facoltadierobba.Perciòilloroluttononèdi colore nero, ma bianco; e quello del padre e madreèmoltogrossodicanavaccio,specialmente ne’ primi giorni e nel primo anno, e molto fantastico, sì nella berretta, come nelle scarpe, e cinto di una corda molto grossa. Èregolainfallibiledituttiportarquestoluttoper suo padre e per sua madre, a ciascheduno di loro tre anni. Per agli altri parenti, oltre l’essere il vestito diverso, è manco, come di un anno e di tre mesi, conforme alla parentela che con il morto hanno, o più stretta o più larga.
Per il Re e per la Regina anco sono obligati tutti dentro e fuora della Corte a portar lutto tre anni; ma adesso i Re mandano un editto nella morte dei ReoReginemortechemutanoimesiingiorni;e così non lo portano più che un mese.
Di queste cerimonie de’ morti vi è un libro assai grande. Così, morendo qualche parente di sua casa, subito vanno a vedere il libro per sapere quello che hanno da fare, dove non solo stanno stampatelecortesie,maancolaformadellevesti, delle barrette, cingoli, scarpe e tutto il resto.
Morta qualche persona grave, il figliuolo, o altro parente più vicino, con un libro manda a avisare agli altri parenti con parole molto meste della morte di suo padre, e assegnano il giorno che l’hanno da cominciare a piangere solennemente, che è fra tre o quattro giorni. In questo mentre fanno il cassone e mettono dentro il morto, e cuprindolasaladilutto,chesonoteleostore bianche, pongono nel mezzo di essa il cassone. Nei giornideterminati,chesono,nellepersonegravi, quattro o cinque, vengono tutti i parenti e amici, vestiti anco di lutto, ad ogni hora del giorno, e offrisconoprofumieduecandelealmorto,lequali accese vengono a fare le quattro inclinationi e genuflexioni, di che sopra dicessimo, ponendo prima profumi in un brasciere che sta avanti il cassone et ritratto naturale del morto. Mentre fanno questa cortesia, il figliuolo o i figliuoli stanno ad un lato inginochiati, vestiti della loro vestelugubremoltodolorosa,piangendosempre;e dietro al cassone stanno le donne di casa, vestite ancodilutto,coperteconunacortina,chegritano epiangonoconvocemoltoalta.Soglionoancoin questo atto abrusciare certe foglie di carta et anco pezze di seta bianca, come dando al morto quelle cose per vestire dopo la morte in segnale di amore. Tengonolepersonegraviinsuacasadoietreanni i suoi padri e madri morti, et in quel tempo ogni giorno gli offriscono di mangiare e bere, come quando erano vivi, e non sedono se non in banchetto, e non durmono se non in terra, in calcioni di paglia presso al cassone, sino a certo tempo, non mangiando carne né altra cosa di buon sapore.
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DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA inverno 2015

