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Conoscenza
Carlo Moiraghi*
Chi di voi è saggio e intelligente? Lo dimostri con le opere di una buona condotta, unite alla dolcezza che è propria della vera sapienza. Ma se, al contrario, avete in cuore amara invidia e discordia, non gloriatevi e non mentite contro la verità. Non è questa la sapienza che viene dall’alto: ma è una sapienza terrena, carnale, diabolica. Dove c’è invidia e discordia, vi è pure disordine e ogni sorta di male. Invece, la sapienza che viene dall’alto in primo luogo è pura, poi pacifica, indulgente, conciliante, piena di misericordia e feconda di buoni frutti, aliena da parzialità e da ipocrisia. Il frutto della giustizia è seminato dalla pace, a bene di coloro che diffondono la pace.
Giacomo 3, 13 - 18
Per accedere alla via della conoscenza conviene evocare la propria mente bambina e ascoltarla, e chiederle, e imparare da lei. La mente bambina conosce la realtà perché anche l’esistenza è una bambina, semplice e pura, e solo un’altra bambina tenera come lei può conoscere le regole e i linguaggi di questo mondo bambino, e te ne parla e te li spiega se vede che tu lo desideri, però tu mai la tradire. La conoscenza non è una via, è un campo, vi si perviene da innumerevoli accessi, si apre in innumerevoli direzioni, di ogni genere e di ogni qualità. Vi è di tutto nel campo della conoscenza, di tutto e del contrario di tutto, così la conoscenza in sé non è né buona né cattiva. Sta a te darle un significato, un valore. Sta a te riconoscere una zolla da un’altra, una conoscenza dall’altra, e trovare e scegliere per te almeno un pugno di terra umida e fertile. Dipende da te, la tua mente bambina lo sa fare, tu chiedile in onestà di aiutarti e segui i consigli che ti da, quali che siano. Vedrai che ti troverai bene.
La conoscenza è uno sterminato campo di papaveri, ogni papavero è una corolla di petali,
ogni petalo è un segreto del vivere vero, e vi è un tempo della tua vita in cui ogni mattina un petalo si apre per te. È la tua mente bambina che suggerisce ai petali di venire da te, li convince, forse li attira, forse con le sue rosee guance paffute li soffia piano piano verso di te.
Così, invaghito dei teneri sorrisi e dei versetti della bimba ogni giorno un petalo viene a te, puntuale, e giunto a te si apre. Ormai lo dai per sicuro e ogni mattina aspetti la sua venuta, e prima o poi viene, presto o tardi ogni giorno viene, gioca con te, scherza con te, chiacchiera con te, con la tua mente bambina, poi non le resiste e si apre, e il suo segreto per te non è più segreto. A te spetta di ricordare come quel petalo e il suo segreto in sé non portino a nulla, perché la conoscenza, di per sé, non porta a nulla. È un campo sterminato, non ha una direzione né un verso, però è meraviglioso, macchie rosse di papaveri spruzzate nei gialli e nei verdi e intarsiate gli azzurri, una distesa casuale, difforme, con cumuli di erbacce e di pietre nei terricci smossi.
Il papaver somniferum ha fiore ermafrodito, comprende quindi dentro di sé sia androceo che gineceo, ovvero stami e ovario, e ovuli e stilli. La sua fioritura è estiva, l’impollinazione entomogama, mediata cioè da insetti pronubi entusiasti delle tinte corallo e dei succhi squisiti prodotti dalle ghiandole presenti in quei petali, i nettari. Come da sempre si sa è fiore magico e lo dimostra anche con quel nulla che dura. Il suo petalo si fa niente in un non nulla sotto i tuoi occhi e tu resti lì, unico sopravvissuto, lo stringi nella mano e lui ora è solo un poco di fragranza gialla e arancione nel tuo palmo, caro. Hai presente i campi dei papaveri? Meravigliosi, sparsi fiori scomposti, storti, sghimbesci, stralunati, e neppure
*Direttore
Associazione Lombarda Medici Agopuntori Milano
CONTRIBUTI
DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA estate 2014


































































































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