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SPECT e PET cerebrale, metodi che misurano i cambiamenti del flusso sanguigno e del metabolismo legato all’aumento dell’attività delle cellule nervose nelle varie regioni cerebrali. Tali tecniche permettono di visualizzare l’attivazione o disattivazione di alcune aree durante un compito specifico (ad es.: la pratica della meditazione). Sono stati inoltre effettuati studi utilizzando strumenti di monitoraggio dell’attività elettrica: Potenziali evocati ed Elettroencefalogramma e test di valutazione delle funzioni cognitive memoria e attenzione.
Sono emerse: modificazioni del pattern strutturale e funzionale di alcune aree evidenziate dalla Risonanza magnetica, cambiamenti nei Potenziali evocati corticali in risposta a stimoli visivi, modificazione in ampiezza e sincronia di oscillazioni ad alta frequenza registrate dall’Elettroencefalogramma e miglioramento dei punteggi ottenuti ai Test di valutazione dell’attenzione e della memoria.
È emerso che i cambiamenti sia strutturali che funzionali evidenziati, perdurano oltre la sessione di pratica.
Quali strutture cerebrali sono interessate e quali modificazioni funzionali ne conseguono? Le aree cerebrali sulle quali si è focalizzato l’interesse sono le porzioni mediale e dorso laterale della corteccia prefrontale, il sistema limbico (in particolare la corteccia del cingolo, l’ippocampo e l’amigdala), la corteccia visiva e l’insula. Sono inoltre coinvolte la corteccia prefrontale laterale e alcune regioni parietali appartenenti al network del sistema attenzionale (solco frontale superiore, area supplementaria motoria e solco intraparietale).
La corteccia prefrontale funziona da “sistema esecutivo” del cervello e attraverso l’assimilazione dei processi percettivi, volitivi, cognitivi ed emotivi, modula e forma personalità e comportamento. Determina una gamma di abilità che permettono all’individuo di analizzare i propri bisogni, pianificarne la soddisfazione e condurre a termine il progetto pianificato. Elabora pertanto i processi di gratificazione, motivazione, mantenimento dei livelli attentivi, percezione del tempo e della sequenzialità delle azioni, pianificazione, controllo motorio, inibizione degli stimoli distruttori e regolazione dei processi emotivi.
La porzione dorso laterale della corteccia prefrontale è responsabile della memoria di lavoro (la lavagna della mente su cui scriviamo le cose che in un certo momento riteniamo più rilevanti). Si occupa di funzioni esecutive che permettono l’autoregolazione del comportamento. La porzione mediale della corteccia prefrontale è deputata a più funzioni, tra loro correlate che sono: 1)	coordinazione delle funzioni di “acceleratore” e “freno” sul corpo da parte del sistema nervoso autonomo. 2)	flessibilità di risposta, cioè la capacità di fermarsi un momento prima di agire. È un processo che richiede la valutazione degli stimoli presenti, la selezione tra una varietà di opzioni possibili, l’inizio dell’azione e il ritardo della reazione.
3)	intuizione e consapevolezza dei processi corporei. L’intuizione sembra implicare la registrazione delle informazioni che provengono da reti neurali che circondano gli organi interni (intestino, cuore, polmoni). La “saggezza del corpo” è dunque più di una metafora poetica, è un meccanismo neurale di processi paralleli per mezzo del quale elaboriamo una conoscenza profonda proveniente dai nostri organi interni. Le informazioni vengono registrate nella corteccia prefrontale mediale e influenzano il nostro ragionamento e le nostre reazioni.
4)	consapevolezza cosciente di sé, cioè la capacità di collegare passato, presente e futuro in un atto comprensivo. 5)	comunicazione sintonizzata tra due persone attraverso il contatto oculare e il non verbale. Implica la coordinazione della propria attività mentale con gli input che provengono da un’altra mente, in un processo di risonanza.
6)	empatia, cioè il modo in cui creiamo “mappe” della mente dell’altro e percepiamo così i suoi segnali. 7)	equilibrio emozionale, per le connessioni che quest’area ha con il sistema limbico. Il sistema limbico è la sede dei meccanismi che mediano emozioni, motivazioni e comportamenti correlati con la sopravvivenza della specie; è inoltre implicato nell’integrazione di una serie di processi mentali fondamentali, come l’attribuzione di significati, la regolazione delle emozioni e i processi di memorizzazione.
8)	modulazione della paura. La paura è appresa dal sistema limbico e il suo “disapprendimento” è modulato dalle fibre della corteccia prefrontale mediale.
La meditazione promuove le funzioni integrative della corteccia prefrontale. Si comprende così dove origina il dato esperenziale che la pratica sviluppi stabilità emotiva, flessibilità di risposta, consapevolezza di sé, intuizione, sintonia interpersonale e resilienza.
Il maggior contenimento emozionale sembra essere dipendente dalla correlazione esistente tra l’attività della corteccia prefrontale e l’amigdala (oltre alla corteccia cingolata anteriore ad essa funzionalmente connessa).
L’amigdala è la parte del nostro “patrimonio istintivo” che ci avverte quando ci troviamo in presenza di un pericolo. Nei soggetti che praticano la meditazione la corteccia prefrontale “parla con l’amigdala e le dice di stare calma”.
In uno studio di R. Davidson effettuato su praticanti da lungo tempo e sottoposti ad uno stimolo a forte impatto emozionale, è stata evidenziata una riduzione dell’attivazione dell’amigdala, proporzionale agli anni di pratica. Ciò è inoltre correlato ad una diminuzione dei comportamenti emozionali reattivi che sarebbero incompatibili con una stabilità della concentrazione.
Nello stesso studio (fig. B e C), utilizzando i Potenziali evocati visivi, è emerso quanto l’Attentional blink possa essere allenato dalla pratica. L’attentional blink è un fenomeno in virtù del quale, se nell’arco di un brevissimo tempo scorrono due immagini davanti agli occhi, la prima
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DIALOGHIDIMEDICINAINTEGRATA estate 2014


































































































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